Domani l’aula del Parlamento europeo discuterà la direttiva tabacco. L’obiettivo dichiarato dalla Commissione è quello di diminuire il consumo. Basta questo a far capire quale possa essere la posizione delle società che producono sigarette, sigari e altri derivati del tabacco. Ci sono anche i problemi, veri, di paesi come l’Italia, grandi produttori di foglie di tabacco, che rischiano di vedere grandi aree di territorio dove la disoccupazione potrebbe esplodere, come l’Umbria. Naturalmente anche nelle società che vendono fumo ci sono persone che lavorano, ed il cui posto va anche qui tutelato. I lavoratori della filiera vanno protetti.
La domanda che dobbiamo porci è una sola: per salvare questi posti di lavoro dobbiamo far sì che il numero dei morti per i danni del fumo non cali o possiamo lavorare ad inventare qualcosa di nuovo da offrire a questi lavoratori? Che il fumo faccia male, malissimo, è oramai accertato e riconosciuto da tutti. Questo non vuol dire che debba essere proibito, anzi. Altrimenti dovremmo proibire anche il vino, gli amari, lo zucchero, il burro, le torte alla crema, la panna (cotta, montata, liquida…), le nocciole tostate. E’ un’idea stupida e liberticida. Fumare è piacevole (e chi lo scrive ha purtroppo smesso perché non riusciva a darsi una regola quantitativa accettabile) bisogna però insegnare a dosarlo e, possibilmente, educare i giovani a non iniziare e comunque ad evitare abusi. Come non è sano bere una bottiglia di vino al giorno così non lo è superare le due o tre sigarette. Poi certo, c’è chi ci muore anche con due o tre sigarette o con un bicchiere di vino o chi campa fino a 90 anni con il toscano in bocca e la boccia di grappa. Ma guardiamo alla maggioranza.
Bisogna tentare di evitare le ipocrisie. Il fumo fa danni (come anche le altre cose che dicevamo) e gli ospedali son pieni di gente che viene curata per questi mali. Cure costose, e non sempre utili, purtroppo. Lo Stato mette delle tasse sul fumo, che sono sacrosante soprattutto in un momento di crisi: fumare non è necessario ed è anche un costo per la comunità, dunque, chi vuol farlo paghi, e pure tanto. Come per un buon Gin.
E’ altrettanto sacrosanto che si debba tentare con ogni sforzo di limitare il numero di persone che fumano, che è un modo di limitare i danni. Non so come sia, però ho notato che i giovani bevono pochi superalcolici (anche se bevono prodotti spesso molto più subdoli, con alcol o senza), ma fumano, quando lo fanno, le stesse sigarette dei “grandi”. Ecco, certamente tentare vie per ridurre questo uso, limitando proprio l’approccio alle sigarette, è sacrosanto.
Dunque, tornado alla considerazione iniziale, e cioè che la Commissione vuol ridurre il consumo di tabacco, è facile capire quale possa essere la posizione della filiera produttiva. Vuol dire anche che il progetto di Bruxelles potrebbe funzionare, forse è ben fatto, se le lobby sono così scatenate (ed hanno anche raggiunto qualche risultato lavorando sul Parlamento). E allora se può funzionare va sostenuto, e non va condotta una battaglia di retroguardia per tutelare altri interessi, legittimi, che devono essere difesi con battaglie certo più complesse, ma proiettate sul futuro.
Lorenzo Robustelli