L’ipotesi secondo cui il Cavaliere vorrebbe aggirare così l’incandidabilità è stata presa sul serio dalla stampa locale, secondo cui ci sarebbero tre ostacoli legali che potrebbero essere superati
Aggirare l’incandidabilità italiana acquisendo la candidabilità in Estonia. È l’idea che starebbe balenando nella testa del Cavaliere. Voci senza fondamento per molti ma che invece sono state prese sul serio dalla stampa di Tallinn. Il quotidiano Postimees ha oggi pubblicato un articolo per cercare di spiegare quanto questa ipotesi, che può sembrare piuttosto fantasiosa, sia, seppur molto difficile, possibile da attuare.
Il Messaggero, il primo a pubblicare l’indiscrezione, ha ricordato il caso di Giulietto Chiesa, che nel 2009 (dopo l’elezione cinque anni prima nella lista Di Pietro – Occhetto) si era candidato in Lettonia, con la lista della minoranza russa ”Per i diritti umani in una Lettonia unita”, ma non era stato eletto. Secondo il quotidiano romano l’ex presidente del Consiglio sarebbe intenzionato a puntare invece sull’Estonia dove potrebbe contare sull’appoggio di Ernesto Preatoni, imprenditore molto influente nel Paese.
L’ipotesi è stata allora analizzata dalla stampa estone che ha riscontrato tre ostacoli principali, che potrebbero essere però superati. Secondo il quotidiano Postimees innanzitutto Silvio Berlusconi dovrebbe prendere la residenza nel Paese, cosa che burocraticamente sembra essere piuttosto facile da ottenere. Il secondo problema è che in Estonia è vietato candidarsi a chiunque stia scontando una pena detentiva, ma se Berlusconi fosse affidato ai servizi sociali anche questo ostacolo, con un buon avvocato, forse potrebbe sarebbe superato. Terzo e ultimo problema sarebbe quello di vivere un confitto legale tra l’incandidabilità nel suo Paese di origine e la candidabilità nel suo nuovo Paese di residenza. Per Bruxelles quale dovrebbe prevalere? Secondo la stampa estone a questa domanda non è al momento in grado di dare una risposta nemmeno la Commissione elettorale nazionale.
Ma se grazie a un buon legale (estone ovviamente) il Cavaliere riuscisse a questo punto ad ottenere il via libera, gli resterebbe soltanto il problema di trovare un partito che lo ‘ospiti’ in lista come indipendente. Difficile per Postimees che le grandi formazioni concedano questo spazio a una personalità così ingombrante, e difficile che una piccola formazione, qualora dovesse accettare la sua candidatura, riesca a prendere i voti necessari per mandare un deputato a Bruxelles. A quel punto a Berlusconi non resterebbe che fondare un suo partito, che probabilmente chiamerebbe “Forza Estonia”.
Intanto un blog, Tere Italia, che si occupa, dall’Estonia, di Italia e dello stesso paese baltico, ci scherza su e dedica a Berlusconi una serie di fotomontaggi. Occupandosi in particolare di calcio immagina che il Cavaliere possa voler entrare nel cuori degli estoni come fece con il Milan, salvando una squadra in difficoltà, l’F.C. Narva Trans.
Alfonso Bianchi