Il presidente dell’Eurogruppo in audizione in Parlamento Ue: “Ripresa fragile”
E per la Grecia afferma che è “realistico” pensare a nuovi aiuti
Jeroen Dijsselbloem ‘bacchetta’ i governi nazionali, non sono in grado di tramutare in modo efficace le indicazioni fornite dall’Europa per far fronte alla crisi. Il presidente dell’Eurogruppo vede luci e ombre nel processo che deve riportare sulla strada della crescita e della stabilità: da una parte “ci sono ragioni per essere ottimisti”, dall’altra ci sono i Paesi che ritardano la ripresa con misure attuate male. Una critica, quest’ultima, già mossa a più riprese nei mesi scorsi dal presidente della Bce, Mario Draghi, che ha invitato tutti i governi a fare la propria parte, e rinnovata oggi dal capo dell’Eurogruppo in occasione del dialogo economico in Parlamento europeo. “Se non ci sono progressi in alcuni Stati non è per via di raccomandazioni sbagliate, ma per via della qualità dell’attuazione di tali raccomandazioni”. In base alle regole comunitarie, ricorda Dijsselbloem, “la Commissione europea indica dove intervenire, ma è compito del Paese definire come farlo”. La responsabilità, insomma, è degli Stati. “Non è un problema di programmazione, ma di qualità di attuazione”. Per questo motivo, annuncia, a novembre la riunione dell’Eurogruppo esaminerà le bozze di manovra finanziaria dei Diciassette per vedere se siano in linea con le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione e con i patti di stabilità e di crescita (‘six pack’ e ‘two-pack’).
La situazione nel complesso resta delicata. “La ripresa è fragile, e abbiamo ancora tanta strada da fare” per lasciare la crisi alla spalle, è il monito di Dijsselbloem. La situazione è tale che “per la Grecia è realistico pensare che serviranno altri aiuti dopo questo programma” di assistenza. “Ci sono motivi per credere che la Grecia non sarà in grado di accedere ai mercati, e quindi potrebbe essere necessaria una ulteriore assistenza”, anche se è presto per poterlo dire con certezza. “Solo nel 2014 potremo avere un quadro chiaro della situazione”, ma il presidente dell’Eurogruppo tiene a ribadire ancora una volta che “l’integrità dell’Eurozona non si discute”. Atene resta nella moneta unica e “come Eurogruppo siamo disposti ad aiutare la Grecia finché non potrà accedere ai mercati”.
Bisogna poi procedere con l’unione bancaria, processo chiave per il superamento della crisi. “È il modo strutturale per affrontare il problema, e ne sono convinto”. Su questo Dijsselbloem nutre preoccupazione: teme ritardi sulla tabella di marcia. “La supervisione della Banca centrale europea non inizierà prima di ottobre del prossimo anno, ed è importante che il meccanismo unico sia attivo l’anno prossimo”. Nessun timore, invece, sul fronte della disoccupazione. “Non mi preoccupa che ci sia una crescita senza un crescita di occupazione, perché c’è sempre un differenziale temporale tra crescita e occupazione”. Questo significa che fisiologicamente “ci vorrà del tempo prima di vedere per ritornare all’aumento dell’occupazione”. Ma ai Paesi ricorda che tra le priorità che devono essere affrontate a livello sì europeo ma soprattutto a livello nazionale “vanno affrontate le conseguenze ultime della crisi: la disoccupazione giovanile”. Da qui l’invito a proseguire con la riforma del mercato del lavoro.
Renato Giannetti