Il politologo greco-tedesco: Col voto non ci sarà nessuna rivoluzione, l’unico dubbio è con chi governerà Merkel in coalizione
di Alfonso Bianchi
A venti giorni dalle elezioni tedesche, previste per il 22 settembre, il confronto televisivo diretto tra Angela Merkel e il suo principale rivale, il socialdemocratico Peer Steinbrück, non sembra aver dato una svolta alla campagna elettorale che per la cancelliera resta in discesa. Secondo Janis A. Emmanouilidis, Senior analist dell’European policy center, ed esperto di questioni tedesche (il nome non chiarisce le sue origini, metà greche e metà germaniche), il massimo a cui la Spd può ambire è di andare al governo in una grossa coalizione con i cristiano democratici. Ma il consenso del Paese attorno alla sua leader attuale non sembra essere stato scalfito, soprattutto grazie al ruolo che ha svolto nella gestione della crisi dell’euro. Comunque vada l’analista non si aspetta grandi novità sul ruolo che la Germania giocherà in Europa.
La vittoria di Merkel sembra insomma scontata…
“Le cose sono un po’ più complicate di quello che appare. Certo le chance che vinca sono alte, ma non è ancora chiaro con che tipo di coalizione governerà. La Cdu da sola non ce la può fare e avrà bisogno di un partner di coalizione, come ora con i liberali”.
Un buon risultato della Spd potrebbe aprire a una nuova ipotesi di Grosse koalition?
“Nel confronto televisivo è stata la stessa Cancelliera a fare delle aperture in questo senso”.
Gli analisti dicono che Steinbrueck l’ha costretta sulla difensiva ma lei ha risposto bene
“Secondo me lui è stato più convincente, ma la differenza è stata poca. Il fatto che lui attaccasse è normale, perché è lo sfidante, ma lei ha fatto un’ottima figura”.
Un sorpasso dei socialdemocratici comunque non sembra probabile
“I margini sono stretti, al massimo, anche se acquistassero qualche punto percentuale potrebbero puntare alla grande coalizione, ma che possano aspirare a governare da soli non è probabile”.
La scelta di Steinbrueck è stata giusta secondo lei?
“Sì, ma la sua campagna elettorale è iniziata con un passo falso. Il fatto che abbia rivelato di aver guadagnato più di un milione di euro negli ultimi tre anni per i suoi discorsi pubblici è stato avvertito come una specie di scandalo dai tedeschi”.
E il partito? Lo appoggia in maniera compatta?
“Non direi, e in più sconta un deficit di autorevolezza perché non ha una carica né all’interno della Spd né all’interno del Bundestag. È difficile per lui che deve confrontarsi con due altre forti personalità, Sigmar Gabriel (Presidente del partito, ndr) e Frank-Walter Steinmeier, deputato e capogruppo in Parlamento. Nella vita pubblica del Paese ci sono insomma sempre altre due persone che svolgono ruoli di primo piano, e questo in parte mina la sua autorevolezza di fronte all’elettorato”.
Tornando a Merkel qual è la sua maggiore forza, la politica interna o il ruolo che sta avendo sullo scacchiere europeo?
“Sono due facce della stessa medaglia. Questo perché la gente ha una grande fiducia in lei anche grazie al modo in cui ha gestito la crisi dell’euro. La sua linea rispetto alle politiche europee viene percepita come una difesa degli interessi nazionali dei tedeschi”
Ma per conquistare gli indecisi deve spostarsi almeno un po’ dalle sue posizioni abituali…
“Direi di no, anzi deve rimanere sulla sua linea, soprattutto questa sua linea europea che è supportata anche da persone che non sono suoi elettori abituali. Non a caso anche l’opposizione non è stata in grado di criticarla su questi temi perché su di essi gode di un forte consenso popolare”.
Quale sarà il ruolo di Wolfgang Schäuble in un possibile futuro governo Merkel?
“Probabilmente resterà ministro dell’Economia, è quel che vuol fare ed ha il pese necessario per ottenere quel posto. E questo rimarca il fatto che la linea di Berlino, soprattutto per quanto riguarda finanza ed eurocrisi non cambierà”.
E gli euroscettici? Riusciranno a influenzare il risultato finale delle elezioni?
“In Germania non c’è un Movimento 5 stelle italiano, un Fronte Nazionale come quello di Le Pen in Francia o una Syriza come in Grecia. Non c’è niente del genere. C’è un partito che è più euroscettico, l’AfD, ma non sembra che riuscirà a superare la soglia del 5%. Quindi probabilmente ci saranno in Parlamento gli stessi partiti che ci sono ora. È un altro successo di Merkel. Il modo in cui ha gestito la crisi, anche a volte con una certa retorica populista, ha impedito ai partiti radicali, a destra come a sinistra, di trovare consensi”.
Per vedere virare almeno un po’ la politica tedesca si può sperare solo in una Grande coalizione quindi?
“Neanche tanto, finché ci sarà Merkel al potere non ci si possono attendere rivoluzioni. Se dovesse governare con la Spd potrebbe far evolvere la sua linea rendendo le sue posizioni meno stringenti. Questo perché i socialdemocratici sarebbero un alleato molto più ingombrante dei liberali, un alleato di cui la cancelliera dovrebbe tenere maggior conto. Si potrà forse discutere a Bruxelles di concedere più tempo per le riforme strutturali, ma non aspettiamoci cose come un sì agli eurobond o alla ricapitalizzazione diretta delle banche. Quello nemmeno la Spd lo farebbe”.
Insomma il potere di Merkel è destinato a rimanere intatto?
“Se le cose le andranno male manterrà comunque il potere che ha adesso, però avrà davanti a sé quattro anni di governo, e quindi tempo a sufficienza per esercitarlo. E questo vuol dire che la sua influenza sull’Europa non svanirà, anzi, è probabilmente destinata a crescere”.