Se confermato via libera ai 6 miliardi per l’occupazione giovanile. Le principali richieste del Parlamento sono state accolte anche se solo in parte e alcune in maniera un po’ furba
Poche ore prima del summit dei capi di Stato e di governo, che dovrà affrontare il tema della lotta alla disoccupazione giovanile, Parlamento e Consiglio Ue hanno finalmente trovato un accordo sul Multiannual financial framework (Mff), il bilancio pluriennale dell’Unione europea per il periodo 2014-2020. Un accordo “politico” perché molti degli aspetti tecnici del testo ancora non sono stati chiariti. Un accordo che potrebbe saltare poco dopo essere stato annunciato se il premier britannico, David Cameron, porrà il suo veto, come sembra sia intenzionato a fare se verrà confermato che l’Mff ridurrebbe il ‘rebate’ che spetta a Londra.
Ma se questo non accadrà una cosa è sicura: il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, potrà annunciare in pompa magna lo stanziamento dei famosi 6 miliardi per lottare contro la disoccupazione giovanile, per i Ventisette questa è sicuramente una vittoria, quantomeno di immagine. “Io credo che invece siamo stati noi a mettere a segno un punto” ha affermato a il capogruppo dei Socialisti & Democratici al Parlamento europeo, Hannes Swoboda. “Grazie all’errore di Alain Lamassoure (membro del Ppe e capo negoziatore per il Parlamento che la settimana scorsa aveva accettato un accordo poi sconfessato da tutti, ndr) si è potuto creare un polverone attorno a questa vicenda che ci ha aiutato”.
“Anche la firma la mattina del Vertice è stato un modo per mettere pressione sul Consiglio che ha dovuto accettare molte delle nostre richieste” ha continuato Swoboda. Se la firma non ci fosse stata, l’annuncio dei 6 miliardi per i giovani sarebbe stato meno efficace. “Certo non è il massimo, ma purtroppo l’opinione pubblica non ha fatto grandi pressioni per sostenere le posizioni del Parlamento, la materia è poco conosciuta, la gente voleva solo lo sblocco dei fondi e questo non ci ha aiutato. Non ho visto nessun Gezy Park per chiedere un Mff più corposo”, ha concluso scherzando il leader S&D.
Le cifre restano le stesse, 959 miliardi di euro di impegni e 908 di pagamenti, circa l’1% del Pil dell’Ue (cifra inferiore a quello per il periodo corrente 2007-2013 che è di 994 miliardi di impegni), ma le principali richieste del Parlamento sono state accolte anche se solo in parte e alcune in maniera un po’ furba. L’accordo prevede una ‘flessibilità’ totale per stanziamenti (di spese e impegni) che, se non verranno utilizzati, potranno essere trasferiti da un capitolo all’alto del bilancio, e da un anno all’altro per non perderli, per i primi tre anni; successivamente vi saranno dei tetti da rispettare per questi ‘spostamenti’ che dovrebbe essere fissato a 26 miliardi in totale.
La clausola di revisione al 2016 è stata accettata, anche se nel testo è stata inserita la formula “as appropriate”, se necessario, quindi non proprio un impegno vincolante. “La totalità di ricette e spese potrà e dovrà essere riaperta, la Commissione farà una valutazione nel 2016 e proporrà delle modifiche in modo tale che nel 2017 si potrà fare un revisione del Bilancio con tutti i nuovi numeri in campo e tenendo conto dei nuovi sviluppi interni degli Stati membri” ha spiegato Lamassoure. Sulle risorse proprio se ne parlerà nel 2021, questo era un altro dei cavalli di battaglia dell’Aula su cui però hanno dovuto cedere e accontentarsi di un impegno a cominciare a mettere appunto gli strumenti senza farli entrare in vigore.
Il parlamento aveva poi posto come precondizione per la firma del testo lo stanziamento da parte degli Stati degli 11,2 miliardi che servono a coprire i programmi rimasti senza soldi, soprattutto fondi strutturali, per il 2013. I deputati portano a casa un impegno di 7,3 miliardi che dovrebbero essere stanziati dall’Ecofin di luglio mentre per il resto dei soldi se ne riparlerà l’anno prossimo, ma solo dopo una “verifica”, perché Parlamento e Consiglio hanno stime differenti. “Ci sono poi 150 milioni in più per il programma Erasmus, e un miliardo aggiuntivo per il fondo per indigenti, come abbiamo chiesto nell’ultima Plenaria di Strasburgo”, ha aggiunto Lamassoure.
L’accordo politico verrà votato mercoledì prossimo Plenaria a maggioranza semplice e a settembre o ottobre ci sarò la votazione definitiva. “Il sì finale ci sarà solo se queste condizioni verranno rispettate. Terremo in conto anche di tutto il resto delle questioni tecnico legislative, ma soprattutto dobbiamo avere delle garanzie sui pagamenti del 2013” ha concluso Lamassoure.
Al momento solo Popolari e Socialisti si sono detti favorevoli all’accordo così com’è, Verdi e Sinistra restano contrari e i liberali aspettano di capire meglio per esprimersi definitivamente. “Un certo numero di punti importanti devono ancora essere chiariti prima di poter decidere sul dare il nostro accordo al testo finale a settembre” ha detto il capogruppo dell’Alde Guy Verhofstadt.
Alfonso Bianchi
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