Lamassoure (Ppe): “Ma non possiamo assumerci il rischio di una riduzione degli stanziamenti”
Il negoziato sul budget 2014-2020 va avanti da quando l’Aula ha bocciato la proposta degli Stati dello scorso febbraio. I deputati vogliono più flessibilità e clausole di revisione
La possibilità di trovare un accordo sul quadro finanziario pluriennale (Mff) dell’Unione europea per il periodo 2014-2020 è più vicina, ma restano forti le critiche di molti deputati europei. Dopo l’ultimo trilogo, la riunione negoziale tra Parlamento europeo, Consiglio Ue e Commissione europea, che si è tenuto a Strasburgo la scorsa notte, Alain Lamassoure (Ppe) ha dichiarato che i punti di vista cominciano a convergere “più di quanto si possa pensare”. Il presidente della commissione Bilanci e capodelegazione del Parlamento europeo per i negoziati ha spiegato: “Non vogliamo assumerci la responsabilità” di dover procedere all’approvazione di singoli bilanci anno per anno (rischio che c’è se non si raggiungerà un compromesso entro l’anno), ma al tempo stesso ha ricordato che per l’Aula di Strasburgo quanto messo sul piatto non basta. Per cui ha precisato: “Non possiamo assumerci il rischio di una riduzione degli stanziamenti a meno che non sia provvisorio”.
La proposta del Consiglio europeo è di 960 miliardi di impegni e 908 miliardi di pagamenti, cifre insufficienti per i deputati che si sono detti però pronti a non far saltare il tavolo delle trattative a patto che già a partire dal 2014 si riaprano i dossier per modificare l’accordo raggiunto dai capi di Stato e di governo dei paesi Ue lo scorso febbraio. Ovvero chiedono chiare ‘clausole di revisione’ per dopo le elezioni europee, per fare in modo che “la nuova Commissione europea e il nuovo presidente del Consiglio europeo” possano “riaprire tutti i dossier”. Gli altri punti fermi delle richieste parlamentari sono: una maggiore flessibilità per poter spostare risorse di budget da una voce all’altra e l’esigenza di fornire l’Ue di risorse proprie attraverso tassazioni comunitarie.
“Purtroppo per la prossima programmazione finanziaria 2014/2020 a favore dell’occupazione giovanile sono stati stanziati solo 6 miliardi di euro: si tratta di una base di partenza ma sono comunque risorse insufficienti” hanno dichiarato il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, firmataria della risoluzione “Azione europea per combattere la disoccupazione giovanile” approvata oggi dall’Aula di Strasburgo in vista del prossimo vertice europeo, e Giovanni La Via, capo delegazione del Pdl. “Il problema – continuano i deputati – non riguarda solo l’ammontare delle risorse economiche disponibili, è carente soprattutto la strategia e la programmazione. È emblematico che degli 82 miliardi di euro di fondi europei destinati nel gennaio 2012 ad iniziative per contrastare la disoccupazione giovanile, dopo più di un anno, sono stati impiegati solo 16 miliardi”.
Il Consiglio dovrà presentare le proprie proposte di compromesso il 18 giugno, data del prossimo trilogo. Il problema è fissare i tetti della flessibilità perché gli Stati non vogliono prevedere la possibilità di spostare soldi oltre un certo ammontare da stabilire, e vogliono precisare meglio cosa potranno prevedere le clausole di revisione. Più difficile appare il superamento della divergenza tra le risorse impegnate e quelle per i pagamenti, voluta dagli Stati membri e che l’Aula contesta. Fatto sta che un compromesso dovrà essere trovato in fretta perché una delle condizioni poste dal Consiglio è che per chiudere la questione del bilancio correttivo del 2013 prima deve essere chiuso il negoziato sul Mff. Per l’anno in corso la Commissione europea ha chiesto una manovra correttiva da 11,2 miliardi, gli Stati membri ne hanno concessi solo 7,3 e il Parlamento continua a chiedere i 2,9 miliardi mancanti.
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