L’esecutivo di Bruxelles: “Non abbiamo chiesto noi ad Atene di fermare le trasmissioni”
Il capogruppo S&D Swoboda: “Notizia scioccante che compromette l’immagine dell’Unione”
Ma i liberali attaccano Samaras: “Scarica le colpe sulla Commissione per creare un diversivo”
La chiusura della televisione pubblica greca ad opera del governo di Atene ha scatenato un putiferio nel Parlamento europeo. “Fermate la Troika. Fermate la Troika” ha chiesto Hannes Swoboda, laeder del gruppo dei Socialisti e Democratici (non propriamente un estremista), guadagnandosi gli applausi dell’Aula. La discussione sull’argomento a Strasburgo non era prevista ma durante il dibattito con il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, il deputato greco della Sinistra unita (Gue/Ngl) Nikolaos Chountis ha voluto comunque denunciare la chiusura del canale pubblico Ert puntando il dito contro l’Ue. Chountis è stato immediatamente richiamato del Presidente Martin Schulz, in quanto il tema non era previsto e le regole dell’Europarlamento sui dibattiti sono solitamente molto stringenti. Ma l’interruzione è servita a poco in quanto anche altri deputati hanno preso la parola, tra cui appunto Swoboda. “Siamo scioccati per la notizia della chiusura e per il fatto che non ci sia una posizione pubblica della Troika. Fermiamo la Troika, è la cosa migliore che possiamo fare per l’immagine dell’Europa. Dobbiamo fermarla subito” ha affermato il leader S&D.
LA DIFESA DELLA COMMISSIONE – L’esecutivo di Bruxelles questa mattina si era affrettato a rilasciare un comunicato in cui afferma di non avere alcuna responsabilità nella decisione del governo di Atene, decisione che porterà al licenziamento di 2.656 lavoratori e alla trasformazione del media in una tv privata con un organico molto ridotto. “La Commissione non ha chiesto la chiusura di Ert” ma “la decisione delle autorità di Atene dovrebbe essere visto nel contesto dei principali e necessari sforzi che queste stanno prendendo per modernizzare l’economia greca. Questi includono il miglioramento dell’efficienza del settore pubblico” si legge nel comunicato. La nota sottolinea anche “il ruolo delle emittenti di servizio pubblico in tutte le circostanze economiche, per il bene del pluralismo, la libertà e la qualità dei media e per l’espressione della diversità culturale” e per questo si compiace dell’impegno della Grecia di “lanciare un media che svolga l’importante ruolo della radiodiffusione pubblica e che sia finanziariamente sostenibile”.
LE CRITICHE IN AULA – Ma queste parole non sono bastate a placare la proteste del Parlamento europeo. Un “atto impensabile in una democrazia moderna, censorio e liberticida” che “ricorda un passato drammatico” lo hanno definito i deputati del Pd Silvia Costa e David Sassoli, accusando l’esecutivo di Bruxelles “che derubrica questa decisione alla sola competenza del Governo nazionale e arriva a considerarla una forma di ‘modernizzazione’ dell’economia greca”. “Questa chiusura, senza alcun preavviso, senza consultare i sindacati, senza discussione in Parlamento, su ordine della Troika, è un altro simbolo dei modi antidemocratici e autoritari delle istituzioni europee e del governo greco” ha accusato la Gue/Ngl secondo cui “si tratta di un attacco senza riserve contro la libertà di informazione e di creatività in Grecia”.
“La decisione del governo Greco di chiudere la principale televisione pubblica è un atto inaccettabile” afferma Monica Frassoni, Co-Presidente del Partito Verde Europeo. “Le politiche economiche di austerità essere prese come scusa per intaccare i fondamenti stessi della vita democratica, come il diritto di essere informati, con un atto brutale, improvviso. La necessità di ristrutturare e rendere più efficiente il servizio televisivo greco non può portare ad un atto che, nei modi e nei contenuti, ricorda periodi bui della storia europea”.
I LIBERALI CONTRO SAMARAS – I liberali hanno invece puntato il dito contro il governo di Antonis Samaras. “La commissione ha chiaramente detto che non c’entra niente con la chiusura di Ert. Questo può voler dire soltanto che Samaras ha fatto in modo che l’esecutivo venisse accusato per questa decisione greca” ha accusato Guy Verhofstadt, capogruppo dell’Alde. “Il governo di Smaaras finora non ha portato a compimento nessuna riforma strutturale” e per questo “invece di incolpare la Commissione per cose che non ha richiesto si dovrebbe concentrare sul fare le cose di cui la Grecia ha veramente bisogno”.
“Ert non stava adempiendo il suo scopo già da qualche tempo, operava ad un costo immenso e con una politica di assunzioni clientelari, comprese quelle operate dal governo attuale” gli ha fatto eco il suo collega di partito, il greco Theodoros Skylakakis. Per Skylakakis Atene sta sbagliando però del tutto la sua strategia perché a suo avviso “il necessario rilancio dell’emittente pubblica in Grecia è inficiata da decisioni che sono in contrasto con le procedure parlamentari” e da “politiche clientelari” messe in atto “in tutto il settore pubblico”. Per questo, ha concluso l’eurodeputato greco “abbiamo bisogno di riforme, ma in base a motivazioni sincere e a principi democratici”.
Alfonso Bianchi