Dietro front di Ciolos sul bando alle oliere anonime dopo la rivolta dei Paesi del nord. Ora saranno consultati non solo i produttori ma anche i rappresentanti di consumatori e ristoratori
De Castro (S&D): “Il commissario si è dimostrato debole, non tutela la cultura mediterranea”
La Commissione ci ha provato e, a suo dire, lo ha fatto con le migliori intenzioni: per la tutela dei consumatori d’olio di tutta Europa, aveva proposto di bandire le oliere anonime dai ristoranti. Questo accadeva solo una settimana fa, ma negli ultimi giorni la pressione della stampa, per lo più tedesca, si è fatta talmente forte da costringere Bruxelles a fare un’inaspettata marcia indietro.
“L’obiettivo della misura era di informare e proteggere i consumatori” ha detto il Commissario per l’Agricoltura Dacian Ciolos, ma la stampa di alcuni Paesi nordici, gli stessi che si erano pronunciati contrari alla direttiva, non ha risparmiato colpi, portando Bruxelles, per ammissione dello stesso Commissario, a ritirare la proposta.
Il problema d’igiene e di rischio di frode, però, persiste e Ciolos non si dà per vinto: è pronto a presentare una nuova normativa. Questa volta, però, ascoltando prima tutte le parti, non solo i produttori come aveva fatto in precedenza. La Commissione ha già annunciato l’incontro che terrà la prossima settimana e al quale inviterà i rappresentati della ristorazione e dei consumatori “per trovare insieme la soluzione migliore”. Era da più di un anno che Bruxelles, portava avanti le discussioni con il settore dell’olio d’oliva, per dare forma a una direttiva in grado garantire ai cittadini la qualità del prodotto. Si era così giunti a una proposta di norme per una più precisa etichettatura dell’olio d’oliva e per obbligare i ristoratori a servire a tavola solo bottiglie speciali, non riutilizzabili.
La settimana scorsa i 27 Paesi Ue hanno votato il “bando dell’oliera” e con 15 Stati a favore hanno raggiunto la maggioranza semplice, senza però avere quella qualificata, come necessario. La stampa tedesca, prima fra tutti la Sueddeutsche Zeitung, ha evidenziato, nei giorni scorsi, il possibile impatto ambientale della proposta e altri dubbi che la direttiva aveva suscitato nell’opinione pubblica. I 27, come spesso accade in Ue, si sono divisi nei classici blocchi nord contro sud. In questo caso, le due parti corrispondono, rispettivamente, ai Paesi consumatori e ai produttori; tra questi ultimi non manca l’Italia, prima in Europa nella produzione di olio extra vergine d’oliva. Se chi produce si batte a difesa dell’alta qualità dell’olio, c’è chi ha interesse a mantenere lo status quo e, magari, approfittare della disinformazione di chi si siede a tavola.
Con questo passo indietro Bruxelles, ha dichiarato Paolo de Castro, presidente della commissione parlamentare per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dimostrato che resta solo il Parlamento a fare la voce grossa in difesa dei consumatori europei. L’europarlamentare denuncia “l’ennesimo caso in cui si registra un arretramento dell’Istituzione davanti a una spaccatura, con un nord che banalizza tutto ciò che é qualità, almeno per come intesa nel Mediterraneo, in una deriva che spinge verso l’omologazione dei cibi”. Per De Castro la situazione è “grave”, Ciolos si è dimostrato “debole” e i fatti evidenziano “che solo il Parlamento europeo può garantire la tutela e la valorizzazione della cultura mediterranea”.
Camilla Tagino
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