Una battaglia finita a “tarallucci e vino”. E’ lo scontro tra Parlamento e Consiglio europeo, che sembrava arrivato al calor bianco con la polemica sulla semplificazione delle procedure per la sospensione di Schengen che i Ventisette vogliono realizzare (escludendo un ruolo per i parlamentari). Lo scorso 15 giugno, dunque, i deputati hanno deciso per rappresaglia di bloccare la cooperazione con il Consiglio europeo su ben 5 dossier, tra cui quello sulla lotta ai cybercrimes, fino a quando non si fosse smesso di parlare di richiudere le frontiere. Ma oggi, come se niente fosse accaduto, sul sito della presidenza Danese (che sta impacchettando tutte le sue cose per far posto ai ciprioti) campeggia in bella mostra un comunicato che annuncia l’importante risultato ottenuto, ormai in zona Cesarini, da Parlamento e Consiglio (insieme e a braccetto più che mai) proprio sulla questione cybercrimes. Eppure il presidente dell’Aula di Strasburgo, Martin Schulz, due settimane fa aveva tuonato: “Il comportamento del Consiglio è uno schiaffo in faccia alla democrazia parlamentare. Per questo siamo stati costretti a prendere misure così severe”.
Ma allora cosa è successo? Il cortocircuito sembra sia avvento perché in realtà al Coreper un accordo, seppur informale, su questo dossier era già stato raggiunto il 4 giugno scorso, prima cioè che la questione cybercrimes finisse nella lista nera della Conferenza dei Presidenti. Oggi quindi lo stesso Coreper ha approvato il dossier e il Consiglio ha rilasciato, come da prassi, il suo comunicato stampa. Qui l’origine dell’inceppo ma non la fine del pasticcio. Sì perché, a complicare le cose, c’è il fatto che in questo comunicato stampa, dopo le dichiarazioni di rito del ministro della Giustizia danese, Morten Bødskov, c’è un intero paragrafo con le felicitazioni della parlamentare e relatrice della direttiva, la tedesca Monika Hohlmeier del Ppe, che esulta per “il dialogo straordinariamente costruttivo”. Cosa che è risultata a molti – parafrasando una vecchia canzone napoletana – come se le due istituzioni avessero cantato assieme: “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dato, ha dato. Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Bruxelles paisá!”. Fatta la sceneggiata per i giornali a suo tempo, oggi pensavano di passarla liscia.