“Su Kyenge dichiarazioni che offendono le istituzioni Ue, Bruxelles prenda provvedimenti”
Il leghista ha parlato di “scelta del ca…” di un governo “bonga bonga”. 50mila firme in 2 giorni
È stata lanciata una petizione per cacciare Mario Borghezio dal Parlamento europeo, a seguito “dell’ennesimo insulto, delirante e razzista”. Così scrive Stefano Corradino, direttore del giornale online Articolo21, riferendosi alle ultime dichiarazioni dell’europarlamentare leghista.
Borghezio, in un’intervista al programma “La Zanzara” di Radio 24, aveva commentato la nomina del nuovo ministro per l’integrazione Cecile Kyenge così: “Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga”. Questa è stata, però, per Corradino, l’ultima di una lunga serie di “frasi sconcertanti”, che lo ha portato a chiedere aiuto alla rete per mettervi fine. Ha lanciato, così, la petizione online dal titolo Fuori Borghezio dal Parlamento europeo. #iostoconCecileKyenge, dove si domanda a Bruxelles “di favorire le dimissioni dell’europarlamentare o quantomeno di attuare nei suoi confronti i più pesanti provvedimenti disciplinari”.
Il giornalista non è certo il solo ad essersi sentito offeso e all’appello, in meno di due giorni, hanno già risposto oltre 50mila sostenitori. Del resto, se con le “sue dichiarazioni ingiuriose e razziste infanga la dignità delle istituzioni”, infangando, allo stesso tempo, anche quella “dei 500 milioni di cittadini che dall’Europarlamento sono rappresentati”.
Nell’intervista radiofonica Borghezio aveva anche aggiunto di avere “un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei” definendo quello di Letta “un governo del bonga bonga” e aggiungendo “vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo ius soli e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo”. Secondo Borghezio “gli africani sono africani, appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare l’enciclopedia di Topolino. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano”. Parole che per l’autore della petizione andrebbero considerate come “un oltraggio al Parlamento europeo” stesso, dove Borghezio lavora come deputato dal 2001, membro della Commissione per le libertà civili.
Camilla Tagino
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