dall’inviato Alfonso Bianchi
Il Parlamento Ue ha dato il via libera alla “regolamentazione bancaria più coraggiosa approvata in Europa fino ad oggi”. Così l’ha definita il relatore del testo Othmar Karas del Ppe. “L’insieme di regole valide per tutte le sue 8.200 banche è il fondamento su cui l’Ue deve costruire l’unione bancaria” ha affermato il politico austriaco. Si tratta di un pacchetto di riforme che comprende un tetto ai bonus per i banchieri, misure anti-rischio liquidità per rafforzare la solidità patrimoniale degli istituti di credito nonché misure per facilitare l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese.
“SISTEMA PIÙ RESISTENTE” – “Dopo più di trenta cicli di negoziati, questo accordo renderà il nostro sistema bancario più resistente e ci porta in linea con gli standard internazionali”, ha esultato Sharon Bowles, presidente della commissione Affari economici e monetari. Secondo la liberale inglese grazie a queste regole l’Ue fa un passo avanti anche rispetto agli Stati Uniti. “Questo pacchetto si applicherà a tutte le banche, non solo quelle grandi come negli Usa. Sono regole più complesse per tener conto della gamma di modelli di business diversi” ha spiegato Bowles.
TETTO AI BONUS – Tra i provvedimenti più importanti il tetto ai bonus dei banchieri, che non potrà essere superiore allo stipendio annuale o, in casi straordinari, al doppio, ma solo con il consenso del 66% degli azionisti. “È necessario per cambiare la cultura di molte banche di un’eccessiva assunzione di rischi che mette in pericolo i risparmi della gente per inseguire il profitto a breve termine” ha dichiarato il Presidente dell’Europarlamento. Un provvedimento molto osteggiato da Londra, che teme di perdere i migliori dirigenti del settore, e che non farà piacere nemmeno a banchieri come Alfredo Sàenz, della spagnola Banco Santander, che nel 2011 è riuscito a guadagnare 16 milioni di dollari grazie proprio ai bonus. “Come legislatori, noi non regoliamo i livelli di retribuzione – ha spiegato Karas secondo cui – le norme sui bonus dei banchieri sapranno iniettare correttezza e trasparenza e contribuire a un cambiamento della cultura bancaria”. Insomma gli istituti potranno pagare quanto vogliono i loro dirigenti, ma dovranno prendere la decisione in anticipo, e non legarla solo ai risultati.
RISERVE DI SICUREZZA – Come paracadute in caso di crisi le banche europee saranno tenute a mettere da parte almeno l’8% del capitale (contanti, obbligazioni, azioni o prestiti), come riserva per i momenti difficili. Di questi almeno la metà deve essere di tipo ‘Tier 1’ (ora l’obbligo è del 2%), si tratta dei capitali di maggiore qualità che permettono agli istituti di superare le crisi. Alle banche sarà inoltre richiesto di prevedere “riserva di conservazione del capitale” (la cosiddetta ‘capital conservation buffer’) per ammortizzare la differenza tra afflussi e deflussi finanziari nei momenti di stress, e una “riserva di capitale anticiclica” per garantire che in tempi di crescita economica si possa accumulare una base di capitale sufficiente per consentire una fornitura stabile di credito in periodi di difficoltà. “Queste nuove regole sono un enorme passo in avantiper rendere le banche più forti e più responsabile in caso di crisi. Ma l’Unione europea deve fare molto di più nel lungo periodo”, ha affermato Udo Bullmann (S&D).
PIÙ PRESTITI ALLE PMI – Per incoraggiare poi le banche a concedere prestiti alle Pmi, le nuove norme ridurranno il Tasso annuo nominale (Tan) che si deve assegnare a questi prestiti. Più il Tan è basso, più conveniente sarà la rata . “Con i nuovi requisiti di capitale meno stringenti per i prestiti, l’Aula ha accolto l’appello delle piccole e medie imprese che chiedono da mesi garanzie per l’accesso al credito” ha detto il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (Ppe), che ha ricordato: “In Italia la misura inserita nella legislazione europea interessa 4 milioni di imprese e 23 milioni nell’intera Ue”.
MAGGIORE TRASPARENZA – Infine per aumentare la trasparenza la normativa richiede alle banche di segnalare alla Commissione europea tutti gli utili realizzati, le tasse versate e le sovvenzioni ricevute Paese per Paese, nonché il fatturato e il numero di dipendenti. Le banche saranno sotto il controllo delle autorità competenti degli Stati membri, in collaborazione con l’Autorità bancaria europea (Eba), i cui poteri di vigilanza saranno ampliati. Se ci sarà l’ok definitivo del Consiglio Ue le norme entreranno in vigore a partire dal gennaio 2014.
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