Intervista a Nicola Sodano, sindaco e vicepresidente di Mantova19 sulla candidatura della città a Capitale europea della Cultura nel 2019
Perché volete Mantova Capitale Europea della cultura 2019?
E’ un modo per fare rivivere questa città, un’occasione di confronto con una realtà europea contemporanea che permetterebbe a Mantova di uscire dai propri confini ridefinendo la sua identità e di migliorare l’offerta culturale.
Quali sono i punti più importanti del vostro programma?
Il nostro progetto ha l’obiettivo di rinnovare l’identità di Mantova come corte d’Europa. La fama e lo splendore della corte di Mantova sono legati alla famiglia dei Gonzaga e alla figura di Isabella d’Este che, grazie alle sue doti diplomatiche e alla sua intelligenza, fece di Mantova un centro culturale di altissimo livello, capace di attrarre artisti da tutta Italia. Questa iniziativa ci dà l’opportunità di ampliare e migliorare l’offerta, non solo culturale di questa città, andando anche a investire sui giovani. Mantova è stata nominata città patrimonio mondiale dell’Unesco anche grazie al suo patrimonio storico, che comprende capolavori come il Palazzo Ducale e il Palazzo Te. E’ una città palcoscenico ideale per un clima culturale rinnovato ed europeo. Mantova è anche la sede di numerose Accademie, la più conosciuta delle quali è l’Accademia Nazionale Virgiliana. Dunque non solo la corte come luogo di produzione artistica, ma anche l’accademia, fulcro della vita politica, sociale e culturale del mondo classico.
Quale è la dimensione europea del progetto?
L’Europa è il bacino ideale per fare di Mantova il simbolo della propria identità culturale. Mantova è una città medio-piccola che guarda all’Europa nel suo proporsi come modello intelligente di nuova corte d’Europa. Dunque una corte nuova, una corte piccola, una corte intelligente. Questi tre aggettivi sono il filo conduttore della nostra riflessione.
Che tipo di ritorno vi aspettate?
Sicuramente un ritorno economico sul fronte del turismo, non solo per Mantova ma anche per il suo territorio. Ma ci aspettiamo anche un ritorno di tipo sociale, ci auguriamo che la cultura e in particolare l’iniziativa di capitale europea della cultura, sia un mezzo per poter avviare quei progetti strutturali che da molto tempo attendono di essere realizzati. E naturalmente contiamo su un ritorno di immagine, di notorietà della città rispetto a quella di cui gode oggi.
Emma Marcegaglia è il presidente del comitato Mantova19. Cosa può portare al progetto una figura di rilievo come la sua?
Emma Marcegaglia è da sempre legata alla nostra realtà e per questo, come sindaco, le ho chiesto di far parte e di presiedere il comitato Mantova19. Mi auguro che il suo ruolo istituzionale, ex presidente di Confindustria e presto presidente di BusinessEurope, (l’associazione che rappresenta l’industria a Bruxelles) possa smuovere il tessuto produttivo del nostro territorio coinvolgendo le aziende. In questo senso la sua figura incarna molto bene il binomio cultura-industria da cui è necessario partire. Con lei siamo sicuri di fare una bella figura, qualsiasi sia il risultato.
Cosa pensano i cittadini di Mantova di questa candidatura?
Quella parte di città che ad oggi siamo riusciti a coinvolgere è entusiasta del progetto. Occorre però ancora lavorare molto sul far diventare questa iniziativa patrimonio di tutti. Perché per il momento questo è un progetto che è noto agli addetti ai lavori e dunque a tutta la rete delle associazioni, fondazioni culturali oltre naturalmente alle istituzioni, ma deve ancora divenire “fenomeno di massa”. In programma, a tale proposito, c’è un progetto di comunicazione, poiché queste cose passano soprattutto attraverso una comunicazione efficace.
Avete già dei sostenitori finanziari?
Si ne abbiamo alcuni. Abbiamo creato appositamente un comitato terzo rispetto agli enti pubblici, che sono il comune e la provincia di Mantova e la Camera di Commercio, che lavora insieme ad una rete di associazioni culturali, circa settanta, con lo scopo anche di creare un budget per questa prima fase del progetto. Il nostro budget per il momento può contare su 250/300 mila euro che non sono molti ma servono a dare una struttura alle iniziative del programma.
Il nostro obiettivo è per ora quello di superare la prima valutazione, ossia essere selezionati dopo la presentazione del programma nel prossimo settembre, poi vedremo.
La Regione Lombardia sostiene anche la candidatura di Bergamo. In che rapporti siete?
Abbiamo un rapporto di sana competizione. Del resto non siamo l’unica regione ad avere più città che si presentano per lo stesso titolo. Credo che sia Mantova sia Bergamo possano contare su dei contesti culturali forti, per il resto è una gara e dunque che vinca il migliore! Noi ci stiamo impegnando al massimo e anche per quanto riguarda la competizione con le altre città italiane, Mantova partecipa per vincere. Tuttavia, come sindaco di questa città ritengo che anche solo la partecipazione a questa iniziativa sia un’occasione di riflessione sulla nostra identità e credo che sia comunque una esperienza interessante se riusciremo a fare un buon lavoro.
Com’è lavorare nella cultura in tempi di crisi?
E’ triste, una tristezza angosciante alcune volte. Io sono divenuto sindaco nel 2010 di una una città con una grande tradizione culturale e con molti servizi ai cittadini, ma mi sono trovato subito ad essere il sindaco dei tagli. Oggi purtroppo sono nella condizione di dover tagliare un po’ su tutto. Sono vincolato da leggi nazionali e non è facile per una città abituata ad investire. Ho fortemente voluto partecipare all’iniziativa di Capitale europea della cultura anche per inviare un segnale positivo in tempi difficili.
Quali sono i vostri punti di forza e quali le criticità?
La criticità maggiore è senz’altro il fattore economico. Reperire le risorse necessarie per la sostenibilità di questo progetto almeno fino al 2019. l nostri punti di forza sono il nostro patrimonio culturale, la nostra grande tradizione artistica e letteraria e il lavoro serio e attento che stiamo facendo per questa iniziativa.
Chiara Celluprica
La prossima settimana lo speciale sulle città italiane candidate a Capitale europea della cultura tornerà con Palermo.