Deferimento alla Corte di giustizia europea. Clini: sentenza giusta ma tardiva
L’Italia punita ancora una volta per l’immondizia. Nel Lazio il nostro paese continua a vivere nell’emergenza, a Roma la gestione dei rifiuti continua ad avvenire in modo contrario a tutte le prescrizioni comunitarie, e a detta della Commissione europea gli inadempimenti “continueranno probabilmente fino al 2015”. Quindi, su richiesta del commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, l’esecutivo comunitario ha fatto causa all’Italia, deferendola alla Corte di giustizia europea. A destare preoccupazioni la situazione nel Lazio, dove le autorità italiane sono accusate di “non aver rispettato le prescrizioni della legislazione Ue in materia di rifiuti”. In particolare, spiega l’esecutivo comunitario, “a causa di un’interpretazione restrittiva del concetto di sufficiente trattamento dei rifiuti, la discarica di Malagrotta a Roma e altre discariche nella regione Lazio sono riempite con rifiuti che non hanno subito il trattamento prescritto dalla legislazione Ue”. Detto con altre parole, ogni anno si calcolano circa 735.000 tonnellate di rifiuti irregolari smaltiti in provincia di Roma e oltre 120.000 tonnellate in provincia di Latina.
Il governo prende atto. “La decisione della Commissione europea è prevedibile e anche giusta, seppur presa troppo tardi”, il commento del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. “Per troppo tempo – critica – Roma ha immaginato di poter continuare a vivere in quello schema di gestione dei rifiuti, non all’altezza di una capitale e fuori dalle regole internazionali”. Clini non fa nomi, ma il riferimento a Manlio Cerroni, proprietario della discarica di Malagrotta, pare mirato. In questi anni “tutti hanno vissuto di rendita grazie a un signore che si occupava di prendere i rifiuti e portarli nel suo grande buco”. Non a caso, ricorda, “da quando ho iniziato questa mia attività di ministro, ho detto che il problema di Roma non era trovare una nuova discarica ma trovare un nuovo modello di gestione” dell’immondizia. Ma, denuncia Clini, “non c’è mai stato l’interessa a far partire un diverso sistema di gestione”.