Il primo ministro palestinese, Fayyad a Bruxelles: “Continuiamo ad avere molto bisogno di aiuto”
Dai donatori internazionali promessi 1,2 miliardi di dollari. L’Ue manterrà lo stesso livello del 2012
Ci sono le trattative di pace con Israele congelate da ormai tre anni e senza prospettive di ripartenza nel breve periodo. Ma c’è anche una crisi finanziaria sempre più pesante, la difficoltà di accedere alle risorse essenziali come l’acqua e condizioni di vita “orribili” nella Striscia di Gaza. Per la Palestina, la difficile situazione politica non è che una delle molte difficoltà da affrontare. Troppe perché il Paese possa farcela da solo. Il primo ministro dell’autorità palestinese, Salam Fayyad lo dice chiaramente e nel corso di due giorni di visite a Bruxelles, lancia alle istituzioni europee un sos: “Continuiamo ad avere molto bisogno di aiuto e di supporto”.
Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale la situazione è pesante: le restrizioni israeliane, gli embarghi e la crisi economica continuano a limitare la crescita e l’economia palestinese è in “costante declino”. E per il 2013 la situazione potrebbe peggiorare ancora. Solo una “svolta politica”, sottolinea la Banca Mondiale, potrebbe portare ad una sostanziale inversione di tendenza. Ma nell’attesa, di sicuro non breve, che questa svolta possa verificarsi, la speranza di una boccata di ossigeno per i territori palestinesi arriva dalla riunione dei donatori internazionali, che si è svolta ieri a Bruxelles.
Si stanno facendo progressi, hanno fatto sapere i donatori, nella ricerca dei fondi per coprire i bisogni dell’Autorità Palestinese, che ammontano a 1,2 miliardi di dollari per il 2013. “Abbiamo ottenuto più contributi per cui dovremmo essere quasi in grado di coprire il deficit, il che è una buona notizia”, ha precisato il ministro degli Esteri norvegese, Espen Barth Eide, che presiede il Comitato. Un esito che ha lasciato “soddisfatto”, Fayyad.
Anche l’Unione Europea farà la sua parte. L’Alto Rappresentate per la Politca Estera Catherine Ashton ha fatto sapere che i 27 “manterranno quest’anno la loro assistenza allo stesso livello del 2012” e cioè a 300 milioni di euro. Non solo. Ashton e Fayyad hanno anche firmato un accordo da 7 milioni di euro, destinato allo sviluppo della cosiddetta ‘Area C’, che equivale a circa il 60% della Cisgiordania. “Questo accordo – ha spiegato Ashton – punta a dare un sostegno alla presenza palestinese e a promuovere uno sviluppo sociale ed economico in un’area che tutti sappiamo essere di cruciale importanza per una sostenibilità economica della Palestina”.
Ma da Bruxelles il primo ministro dell’Autorità palestinese non riparte con sole promesse di impegni economici. Dopo averlo incontrato, il presidente Martin Schulz è tornato a ribadire il chiaro sostegno della “maggioranza” del Parlamento Europeo alla soluzione a due Stati perché “non c’è alternativa” per risolvere il conflitto nella regione. Appoggio ribadito anche da Ashton secondo cui l’Ue è favorevole ad una soluzione per cui Israele e Palestina “vivano fianco a fianco con confini definiti, in pace e in sicurezza”.
Letizia Pascale
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