Riga ha presentato la richiesta d’adesione alla moneta unica. Rehn: “Svolta importante”
È una delle economie in più rapida crescita dell’Ue, seconda nell’aumento delle esportazioni
La famiglia dell’euro potrebbe allargarsi, e passare da 17 a 18 Paesi, se tutto va bene, già dal prossimo anno. La Lettonia, dopo una votazione che ha spaccato in due il Parlamento, ha presentato alla Commissione europea la richiesta ufficiale per aderire alla moneta unica, per la gioia di Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari. “Ricordo che solo meno di un anno fa si parlava di ‘Grexit’ (gioco di parole inglese per definire l’uscita della Grecia dall’Ue, ndr), un brutto termine per un concetto ancora peggiore, cioè la crisi dell’euro” dichiara Rehn secondo cui si può dire che “oggi assestiamo a una svolta importante” per la storia dell’Unione europea.
Per entrare a far parte di Eurolandia e mandare in soffitta il ‘Lats’, la Lettonia deve chiedere una valutazione da parte della Commissione e della Banca centrale europea. Ogni Stato che intende adottare la moneta dell’Ue deve soddisfare i cinque criteri necessari richiesti e previsti dai trattati (relativi ai livelli di debito, deficit, inflazione, tassi d’interesse a lungo termine e a un impegno stabile). “La Commissione farà la sua valutazione di convergenza alla luce del trattato di Maastricht e delle politiche economiche del Paese”, ha anticipato Rehn. Per il commissario “sarà un’analisi senza pre-concetti”, e se Riga dovesse avere tutte le carte in regola la Lettonia potrebbe entrare nell’Eurozona a gennaio 2014.
Secondo quanto spiegato dal commissario Bruxelles intende presentare la sua relazione “nel corso della primavera, più verosimilmente per gli inizi di giugno”. Al momento lo scenario sembra essere favorevole: la repubblica baltica è una delle economie in più rapida crescita dell’intera Ue, è seconda per tasso di aumento delle esportazioni. E come se non bastasse, sottolinea Rehn, ha uno sponsor d’eccezione: “Anche il Fondo monetario internazionale riconosce che la Lettonia ha concluso il suo processo di risanamento”.
Renato Giannetti
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