Dovrà prendere il posto di un premier travolto da uno scandalo corruzione, risollevare un’economia al collasso, riuscire nell’impresa di distendere un clima sociale fatto di manifestazioni e proteste di piazza. Non solo. Il possibile nuovo primo ministro della Slovenia avrà anche un’altra piccola grande responsabilità: quella di essere la prima donna premier nella storia del Paese. L’arduo compito tocca ad Alenka Bratusek: mai nessun altra, nella breve storia della Slovenia indipendente, era arrivata alla poltrona di capo del governo.
Quarantadue anni, giovanile, lunghi capelli castani, Alenka è esperta di finanze e dirigente del partito di centro sinistra Slovenia Positiva, ma è anche moglie e madre di due bambini. Laureata in tecnologie e scienze naturali e con un master in management, la premier incaricata ha svolto diversi lavori nella pubblica amministrazione ma nella vita politica vera e propria è entrata da appena due anni. Ha cominciato al fianco del sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, nel partito Slovenia Positiva, fondato per le elezioni di dicembre 2011. Dopo accuse di malversazioni finanziarie a gennaio Jankovic si è però ritirato lasciando proprio a lei le redini del partito.
In precedenza, dal 2006, era stata consigliere comunale di Kranj, 55 mila abitanti, sua cittadina natale situata nei pressi di Lubiana. Eletta tra i Liberali Democratici, Bratusek aveva fatto parte di diversi partiti di estrazione liberale, prima di approdare a Slovenia Positiva. “Non è stata una decisione facile impegnarsi in politica, non è una professione molto apprezzata”, racconta lei stessa sul sito web di Slovenia Positivia. Il riferimento è all’immagine offuscata dagli scandali per corruzione che hanno affossato diversi politici del Paese. “Spero e credo – conclude però – che potremo migliorare questa immagine”.
All’epoca delle parlamentari del 2008, in cui non aveva ottenuto un mandato, Alenka Bratusek si descriveva come “una donna che sa quello che vuole, decisa, diretta e che non riesce a mentire e a fare false promesse”. Ai cittadini sloveni, oggi ha assicurato soprattutto di dire basta all’austerità, ai tagli e alla corruzione. Sulla base di questi tre punti il Parlamento di Lubiana le ha conferito l’incarico per formare il nuovo governo dopo la sfiducia al conservatore Janez Jansa.
Per lei ora la prima sfida è quella di riuscire a trovare un accordo con le parti per dare vita, entro 15 giorni, ad un nuovo esecutivo. Obiettivo che Zoran Jankovic non era riuscito a raggiungere ad inizio 2012, lasciando quindi il compito di formare il governo al suo avversario.
La strada è in salita ma raggiungere almeno una stabilità politica, in un momento economicamente così complicato, sarebbe risultato fondamentale, come ricorda Sir Graham Watson, presidente dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa. “La Slovenia non può permettersi di essere preoccupata da una crisi politica, non può permettersi di perdere la fiducia dei cittadini”. E al nuovo governo Watson augura stabilità per poter “attuare le riforme politiche ed economiche necessarie per gestire le difficili sfide economiche”.