Entra in vigore il ‘fiscal compact’, il trattato a venticinque per la sostenibilità della spesa pubblica
E’ entrato in vigore il primo gennaio il ‘Fiscal compact’, il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance all’interno dell’Unione economica e monetaria per il controllo e la sostenibilità della finanza pubblica nei paesi dell’Ue. Gli accordi prevedevano che il trattato – sottoscritto il 2 marzo 2012 da venticinque paesi membri (non hanno aderito Gran Bretagna e Repubblica ceca) – per poter entrare in vigore ricevesse la ratifica di almeno dodici dei paesi dell’eurozona, condizione raggiunta lo scorso 20 dicembre con la ratifica della Finlandia. Prima delle autorità finlandesi avevano già ratificato il trattato Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna. Anche l’Italio lo ha ratificato lo scorso 26 luglio, impegnandosi così a tagliare per 20 anni 45 miliardi di debito pubblico all’anno. In tutto ben quindici paesi, ma solo undici dei quali con la moneta unica (l’Euro ancora non circola in Danimarca, Lettonia, Lituania e Romania). Con l’ok del parlamento di Helsinki è stato dunque possibile conferire forza di legge al trattato e permetterne l’entrata in vigore. A partire da oggi, 1 gennaio 2013, i paesi firmatari del patto di bilancio dovranno lavorare per inserire nelle costituzioni nazionali il principio dell’obbligo di pareggio di bilancio, operare per fare in modo di non avere più dello 0,5% di deficit strutturale (una soglia all’1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del Pil), e imporre una significativa riduzione del debito al ritmo di un ventesimo all’anno, fino al rapporto del 60% sul Pil nell’arco di un ventennio. Ancora, il ‘Fiscal compact prevede l’obbligo di mantenere il deficit pubblico sempre al di sotto del 3% del Pil, come previsto dal Patto di stabilità e di crescita del 1997 (anche noto come ‘trattato di Amsterdam’), pena sanzioni semi-automatiche.
I paesi firmatari hanno un anno di tempo per introdurre il principio del pareggio di bilancio in Costituzione: dall’1 gennaio 2014 le carte costituzionali (o ‘equivalenti’ per chi non ce l’ha) dei venticinque dovranno quindi essere aggiornate, e solo chi avrà introdotto tale regola entro l’1 marzo 2014 potrà ottenere eventuali prestiti da parte del nuovo fondo salva-stati Esm.
Per saperne di più leggi il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance
– Sinistra europea: La Corte di Giustizia valuti il Fiscal compact