È nata la prima iniziativa legislativa dal basso della storia dell’Unione europea
Se si raccoglieranno un milione di firme l’Ue dovrà presentare una proposta di legge
Il problema è semplice. L’acqua è un bene indispensabile alla vita, ma sta diventando sempre più rara e, di conseguenza, economicamente più preziosa. I cittadini europei hanno, dunque, deciso di difenderne l’accesso tramite un Ice, Iniziativa dei cittadini europei, uno strumento che permette, dopo aver raccolto almeno 1 milione di firme in favore, di invitare la Commissione europea a presentare una nuova proposta di legge.
I gestori dei servizi idrici non si sono certo fatti sfuggire i benefici economici ai quali porterebbe un’eventuale privatizzazione dell’acqua. Si tratta, però, di alti profitti a beneficio di pochi, che, come conseguenza,priverebbero alcuni cittadini del bene vitale per eccellenza.
Questa iniziativa nata dal basso affronta il problema alla radice. L’acqua è un bene sociale, sostengono i promotori della campagna, è, poiché diverso per natura da quelli economici, non deve poter essere liberalizzato.
Sono tre le proposte fondamentali dell’Ice “L’acqua è un diritto umano!”: il riconoscimento formale del diritto umano all’acqua all’interno della legislazione comunitaria, la disapplicazione delle regole sul mercato interno dell’Ue rispetto al bene acqua e un maggior impegno di Bruxelles per la sua realizzazione concreta all’interno e al di fuori dell’UE.
L’idea potrebbe non suonarvi nuova, già nel 2010, infatti, l’Assemblea Generale dell’Onu aveva dichiarato che l’accesso all’acqua è, in effetti, un diritto umano. Lo ha fatto però considerandolo come un diritto derivato da altri, quali quello alla vita e alla salute.
Proprio questa subordinazione rende difficile farlo valere nella pratica, ossia in un’aula di tribunale, o di imporne la realizzazione alle imprese ed ai singoli stati. Si tratta di una soft law, vincolante più dal punto di vista morale e ideologico che non da quello giuridico.
I cittadini europei hanno così deciso di prendere in mano la situazione e tramite lo strumento dell’Ice, che permette ai cittadini di partecipare attivamente all’elaborazione delle politiche dell’Ue, vogliono proteggere l’accesso all’acqua.
Come da regolamento, hanno prima costituito il necessario “Comitato dei cittadini”, composto da almeno sette persone provenienti da Stati membri diversi ed ora sono impegnati nella raccolta delle firme da presentare all’esecutivo di Bruxelles.
É la Fsesp, Federazione sindacale europea dei servizi pubblici, a gestire la campagna da Bruxelles, aiutata a livello nazionale da diversi sindacati. Tra questi, gli italiani sono la Fp Cgil, la Fps Cisl, e la Federazione dei lavoratori pubblici.
Al momento le firme online sono più di 50.000, alle quali andranno ad aggiungersi quelle cartacee, ma l’obiettivo di un milione sembra ancora lontano, così la Fsesp e le altre ONG, che sostengono la campagna, hanno organizzato un aperitivo venerdì 7 dicembre alle ore 19.00, in Rue d’Edimbourg, 26, per raccontare la campagna, raccogliere firme e brindare all’acqua.
Camilla Tagino
Link utili:
– Il sito ufficiale della campagna
– La pagina su Facebook