Il ministro tedesco delle finanze al Parlamento Ue: “L’Esm non potrà aiutare tutti”
Il suo omologo francese Moscovici: “Bilancio unico della zona euro con risorse proprie”
I ministri dell’Economia e delle finanze di due delle maggiori economie del continente si sono ritrovati al Parlamento europeo per discutere di crisi e dell’Unione che sarà. Il tedesco Wolfgang Schäuble (nella foto in alto) e il francese Pierre Moscovici hanno partecipato a un dibattito con i membri della commissione Problemi economici dell’Aula di Bruxelles. Uno dei punti centrali della discussione è stato il Meccanismo unico di supervisione bancaria, che sarà discusso nel prossimo Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre, e che si ripropone di dare alla Banca centrale europea i poteri di vigilanza sulle banche dell’Ue. Secondo Schäuble questo “non dovrà rivolgersi solo ai 17 Paesi della zona euro ma dovrà includere il più possibile anche le nazioni che non hanno la moneta unica”. Per fare questo bisognerà “fare in modo che nella Bce vengano distinti nettamente i ruoli di politica monetaria e di vigilanza bancaria. E in quest’ultima funzione dovremo trovare un meccanismo di partecipazione per i Paesi non euro”.
Altro tema strettamente legato alla vigilanza è quello dell’European stability mechanism (Esm), il cosiddetto Fondo Salva Stati, che dovrà servire a ricapitalizzare le banche in difficoltà. Schäuble ha avvertito che “le aspettative sono troppo elevate per quanto riguarda i finanziamenti” perché innanzitutto “non ci saranno ricapitalizzazioni dirette subito”, in quanto queste saranno legate prima all’entrata in vigore della vigilanza unica e poi “ad altre condizioni precise”. Inoltre “le capacità non saranno tali da poter ricapitalizzare tutte le banche” altrimenti le risorse finirebbero in fretta e il piano “si scioglierebbe come la neve al sole sui Pirenei”.
Il ministro tedesco ha lodato gli sforzi della Grecia per uscire dalla crisi, sottolineando i sacrifici che stanno facendo i suoi cittadini, ma ha spiegato chiaramente che negli aiuti “bisogna procedere passo passo e non dare incentivi sbagliati nel momento sbagliato altrimenti c’è il rischio di ottenere un effetto opposto”, perché “le misure necessarie per riduzione dei deficit possono essere accettate solo se c’è una certa pressione all’azione. E questo vale anche per riacquistare la fiducia dei mercati”. Il cammino non sarà certo facile e per spiegarlo Schäuble ha utilizzato una similitudine: “Le sfide della Grecia come quella che affrontarono i paesi dell’ex Patto di Varsavia dopo la caduta del muro, ci vorrà tempo”.
Il ministro francese Moscovici propone un diverso tipo di intervento per migliorare il lavoro dell’Europa che definisce “una costruzione formidabile ma non conclusa”. “La Francia – dice – propone una capacità di bilancio della zona euro diversa dal bilancio Ue”. Questo bilancio dovrebbe disporre di “risorse autonome per finanziare la competitività, la protezione sociale e un’indennità di disoccupazione europea”. Tra le risorse per finanziare questo budget Moscovici ipotizza “la tassa sulle transazioni finanziarie e frazioni dell’imposta sulle società”. Il francese ha parlato poi di “debito comune della zona euro” perché la Francia è “per un’integrazione europea che vada in queste due direzioni: solidarietà economica e mutualizzazione del debito”. E infatti Moscovici si dice favorevole agli Eurobond. Ma i traguardi di cui parla sono alquanto ambiziosi, e per raggiungerli c’è una precondizione necessaria: “C’è bisogno di un maggiore controllo democratico sulle istituzioni della zona euro, sia nei Parlamenti nazionali che in quello europeo”.
Alfonso Bianchi