L’Italia ha un piccolo tesoro per le mani ma non lo sa, o peggio, lo sa ma non è capace di usarlo
Ci sono 21,7 miliardi di euro che aspettano solo che qualcuno li raccolga, ma che probabilmente invece torneranno da dove sono venuti. Stiamo parlando dei Fondi strutturali dell’Unione europea, soldi che Bruxelles mette a disposizione dei Paesi membri per cofinanziare e programmare, in modo pluriennale, gli interventi sul territorio.
E questi fondi sono una fetta non marginale del Bilancio pluriennale dell’Ue: dei 976 miliardi per il periodo 2007-2013 l’Europa ha messo a disposizione a questo scopo ben 335 miliardi, il 34% del budget totale. La fetta spettante all’Italia di questa torta succulenta è di ben 28,7 miliardi a cui bisogna aggiungere 31,4 miliardi di cofinanziamento dello Stato italiano. Ma le nostre Regioni, che dovrebbero utilizzarli e distribuirli sul territorio, finora ne hanno spesi solamente 7, cioè meno di un quarto.
I dati sono forniti direttamente Commissario europeo alle Politiche regionali Johannes Hahn in risposta a un’interrogazione dell’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto, che avverte: “Se nei prossimi mesi le nostre Regioni non presenteranno validi progetti di investimento, gli oltre 20 miliardi ancora disponibili saranno destinati a rimanere o a fare ritorno nei forzieri della BCE”. Sì perché questi fondi vanno spesi entro dicembre 2015 ma, rientrando nella programmazione 2007-2013, per presentare i progetti c’è tempo soltanto fino a dicembre 2013.
Gli obiettivi di questi fondi (il FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e il FSE – Fondo Sociale Europeo), sono tre: Competitività, Convergenza e Cooperazione territoriale. Nell’obiettivo Competitività rientrano le 14 Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ovvero le zone più sviluppate economicamente dello Stivale. Il Meridione rientra perlopiù invece nell’obiettivo Convergenza, destinato alle Regioni meno avanzate economicamente. Regioni che, se continueranno a perdere l’occasione di utilizzare tali cifre messe a disposizione dell’Ue, sono probabilmente destinate a rimanere tali per colpa del malgoverno dei loro politici.
Alfonso Bianchi
Le tabelle fornite dal commissario all’onorevole Bizzotto per “Obiettivo Competitività”: