“Sono ancora il presidente legittimo”, afferma. Un gruppo armato prende il controllo del parlamento della repubblica autonoma russofona. L’Ue: “Tutte le parti devono continuare a rispettare l’integrità territoriale del Paese”
Mentre dentro i palazzi di Kiev si lavora per cercare di dare all’Ucraina un po’ di stabilità, fuori il Paese appare sempre più lacerato e sull’orlo del caos. Proprio nel giorno in cui la Rada, il Parlamento ucraino, ha eletto Arseni Yatseniuk, ex ministro dell’economia e fedelissimo di Yulia Tymoshenko, come premier ad interim per guidare lo Stato fino alle elezioni anticipate del 25 maggio, in Crimea la situazione appare sempre più fuori controllo. A Sinferopoli, capitale della repubblica autonoma russofona, un gruppo armato filo-Mosca ha preso il controllo del Parlamento e del governo, e ha ammainato dal pennone la bandiera ucraina e issato, al suo posto, il tricolore della Federazione. Il Consiglio supremo ha poi destituito il governo della Crimea e ha indetto per il 25 maggio, in contemporanea con le nuove elezioni presidenziali, una referendum per ottenere più autonomia e per allentare i vincoli con il governo centrale di Kiev.
Ma a fare salire la temperatura è stata soprattutto la ricomparsa di Viktor Yanukovich che, dopo giorni di latitanza, è tornato a farsi vivo con toni decisamente poco concilianti. Il presidente deposto si trova in Russia, a Rostov sul Don, da dove domani ha annunciato che terrà una conferenza stampa che si preannuncia di fuoco. Sono ancora il “presidente legittimo” ha già dichiarato assicurando che le regioni del sud-est, la parte filo-russa del Paese, non si piegherà alle nuove autorità imposte dalla piazza. L’ex presidente, contro cui Kiev ha chiesto un mandato di cattura internazionale, accusandolo di strage, ha anche chiesto a Mosca garanzie per la propria incolumità rispetto agli “attacchi degli estremisti”. Un appello che Mosca ha immediatamente raccolto assicurandogli “la sicurezza nazionale su tutto il territorio russo”.
Non solo Mosca assicura protezione a quello che Kiev ritiene il responsabile di oltre cento morti ma torna anche a ribadire di non rispettare le nuove autorità istituite. “Il governo approvato dalla Rada ucraina non è un governo di unità nazionale, ma un “governo dei vincitori”, che include anche rappresentanti dei nazional estremisti”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri russo, Aleksandr Lukashevich. Posizione che contrappone, una volta di più, Russia e Unione europea. Secondo l’Ue, infatti, il presidente legittimo dell’Ucraina è quello designato a larga maggioranza dal Parlamento di Kiev. Lo ha sottolineato oggi il portavoce della Commissione europea, Olivier Bailly, escludendo che Yanukovich possa essere l’autorità di riferimento, come invece sostiene Mosca. “Tutte le parti devono continuare a rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina – ha sottolineato il portavoce – e alla Russia chiediamo che abbia un atteggiamento costruttivo nell’interesse del popolo ucraino: non vogliamo accentuare gli antagonismi ma cerchiamo una soluzione sostenibile per la prosperità del Paese e auspichiamo che la Federazione russa sia parte di questa soluzione”.
Da Bruxelles intanto, ancora nessuna decisione sull’aiuto finanziario da accordare al Paese. Ieri sera l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, che lunedì ripartirà di nuovo alla volta di Kiev, ha coordinato una riunione di alto livello proprio su questo tema. Vi hanno preso parte il commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn, il commissario al Commercio, Karel De Gucht, quello per il budget Ue, Janusz Lewandowski, la commissaria per gli aiuti umanitari Kristalina Georgieva e il commissario allo Sviluppo Andris Piebalgs. Ancora, però, “è presto per poter comunicare le cifre”, ha spiegato Bailly. Il sostegno finanziario deve arrivare “urgentemente” sostiene intanto il Parlamento europeo: con una risoluzione votata oggi l’Aula ha chiesto che l’Ue organizzi una conferenza internazionale dei donatori per raccogliere fondi.
Segnali di disponibilità arrivano intanto dal Fondo monetario internazionale, che si è detto pronto a rispondere alla richiesta di aiuto arrivata da Kiev. “Stiamo discutendo con tutti i partner internazionali, a livello bilaterale e multilaterale, del modo migliore per aiutare l’Ucraina in questo momento storico cruciale”, ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde in una nota diffusa dall’istituto di Washington. “Nei prossimi giorni – ha spiegato Lagarde – invieremo una squadra a Kiev per avviare un dialogo preliminare con le autorità”, spiegando che questo consentirà al Fmi di effettuare “le consuete valutazioni tecniche indipendenti sulla situazione economica in Ucraina”. Con le autorità di Kiev, si legge ancora nella nota, si parlerà delle riforme che potranno essere portate avanti sulla base di un programma sostenuto dal Fondo. Dal canto suo, il ministro delle Finanze, Oleksander Shlapak, ha detto di aspettarsi l’arrivo dei tecnici del Fondo la prossima settimana per discutere di un nuovo programma di prestiti ammontanti a 15 miliardi di euro”.
Letizia Pascale
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