Bonino: Intollerabili nuovi abusi sulla popolazione. Visto il precipitare della situazione a Kiev, Ashton convoca domani i ministri degli esteri dei Ventotto. Barroso: “Misure mirate contro responsabili delle violenze”, Schulz: “Fermare spargimento di sangue ad ogni costo”
Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime della nuova ondata di violenti scontri scoppiati ieri a Kiev: secondo gli ultimi dati si parla di almeno 26 persone rimaste uccise, 16 manifestanti e dieci agenti di polizia. Davanti al tragico conteggio dei morti e ad un Paese praticamente in guerra civile, anche l’Unione europea abbandona gli appelli al dialogo e alla mediazione politica e passa alla minaccia di sanzioni.
L’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, ha convocato per domani una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei Ventotto, a Bruxelles. Sul tavolo del Consiglio straordinario proprio la proposta di Germania e Polonia, sostenuta dalla stessa responsabile della politica estera Ue e dal presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso di prevedere un pacchetto di sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze e in particolare contro la leadership politica di Kiev. “Saranno esplorate tutte le opzioni possibili, comprese misure restrittive contro i responsabili della repressione e delle violazioni dei diritti umani”, si legge in una nota del Servizio di Azione esterna dell’Ue. “Alla luce del tragico deterioramento della situazione in Ucraina – continua la nota – chiedo a tutti i responsabili di cessare immediatamente la violenza. Esorto le autorità e tutte le forze politiche ad assumersi le loro responsabilità e a cercare una rapida de-escalation, riprendendo un vero processo politico”.
Favorevole alle sanzioni anche il capo dell’esecutivo Ue: “Ci aspettiamo che sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze e dell’uso eccessivo della forza possano essere concordate urgentemente dagli Stati membri, come proposto dall’Alto Rappresentante”, afferma in una nota Barroso. Il Presidente ha spiegato di essere “sconvolto e di seguire con assoluto sgomento” gli ultimi sviluppi in Ucraina. “Non ci sono circostanze – ha scritto – che possano legittimare o giustificare tali scene”. Anche secondo il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz ora l’Ue deve passare alle maniere forti con “una minaccia di sanzioni credibili contro le persone coinvolte nelle violazioni dei diritti umani”. L’Europa deve intervenire per fermare questa “tragedia” perché “un ulteriore spargimento di sangue deve essere evitato ad ogni costo”.
Oggi i rappresentanti permanenti dei Paesi membri sono riuniti nel Comitato politico e di sicurezza (COPS) e stanno cominciando a vagliare le possibili opzioni per formulare alcune proposte che poi domani saranno discusse e decise dai ministri. Per far partire le sanzioni sarà necessario raggiungere l’unanimità del Consiglio.
Emma Bonino, ministra degli Esteri, alla vigilia della riunione di Bruxelles spiega che sono “Intollerabili” nuovi abusi verso la popolazione e che l’Unione è pronta a “misure restrittive eccezionali”. “La gravità degli scontri in corso a Kiev- dice la ministra in una nota – pone il popolo ucraino di fronte ad una situazione drammatica, di una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza. E’ con massima preoccupazione che va considerato – e scongiurato – il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell’Unione Europea”.
Bonino spiega che “insieme ai miei colleghi europei rinnovo alle Autorità ucraine l’appello più deciso affinché cessino reazioni violente, indiscriminate e sproporzionate alle proteste popolari, che devono svolgersi pacificamente, nell’ambito della legalità. Non potranno essere più tollerati abusi nei confronti della popolazione, né provocazioni di frange estremiste e violente”.
Bisogna insistere sul dialogo, aggiunge Bonino, “nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti, non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l’Europa intende sostenere col massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze – sottolinea la ministra -, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali”.
Letizia Pascale