La direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Bruxelles Federiga Bindi chiude il suo mandato il prossimo nove marzo. Ecco la sua lettera di commiato:
Cari amici dell’IIC,
come avrete forse saputo, il 9 marzo sarà il mio ultimo giorno quale Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
La nomina di un Direttore per Chiara Fama è decisione politica e vi è stata una decisione politica del Ministero di togliere il Chiara Fama a Bruxelles per spostarlo altrove – nonostante si sia ormai alla vigilia della Presidenza italiana della UE – rimettendo dunque un burocrate alla guida dell’IIC.
Con i miei collaboratori abbiamo lavorato senza sosta per due anni. Ci siamo molto divertiti, abbiamo molto riso, qualche volte ho anche pianto. È stata una bellissima avventura, ma è stata anche incredibilmente dura. Ho toccato con mano cosa vuol dire avere contro, compatta, una burocrazia ostativa che ha solo un obiettivo: non cambiare e perpetrare se stessa.
Due anni fa, ho trovato un Istituto in parte chiuso perchè ci pioveva dentro, con procedure arcaiche e dove si facevano pochi eventi, con scarsa partecipazione. Tra i dipendenti, un clima di sospetti e rivalità interne, mentre i rapporti con i collaboratori esterni – in primis, ma non solo, gli insegnanti – necessitavano di regolarizzazione. Lascio un IIC rinato, con un bilancio in attivo, procedure all’altezza del XXI secolo e con il personale esterno finalmente regolarizzato. Ho l’orgoglio di aver fatto dell’IIC un gioiellino e di aver mostrato che si può fare molto e bene con assai poco, se solo si vuole.
In breve le cifre del mio operato. Nel 2012: 74 eventi, 60 corsi e 20.000 visitatori; nel 2013: 179 eventi, 30.000 visitatori, 106 corsi, 1200 studenti: in altre parole, solo nel 2013 più che nei 3 anni precedenti.
Nonostante l’aumento delle attività, i costi sono diminuiti e sono aumentati i profitti, tanto che nel 2013, con il contributo finanziario MAE arrivato solo a fine anno, abbiamo operato esclusivamente su quanto da noi stessi generato, finendo con un surplus economico imporante.
Giornalisti come Beppe Severgnini, Maria Latella e Bill Emmott per la “Prima” di Girlfriend in a Coma; il Premio Oscar Giuseppe Tornatore, i Fratelli Taviani e giovani registi come Carlo Virzì; artisti quali Claudio Abate, Laura Canali, Piero Mosti, Stefano Nicolini; critici ed esperti d’arte come Achille Bonito Oliva su Pasolini e Giovanni Taormina su l’Annunciata di Antonello da Messina; musicisti come Battiato, Paolo Rossi, Giacomo Lariccia, Peppe Voltarelli; letterati ed autori come Donato Carrisi, Corrado Calabrò, Rino Caputo – uno dei massimi esperti su Boccaccio – Paolo Giordano, Maurizio De Giovanni ed Emilio Manzotti – uno dei maggiori studiosi di Carlo Emilio Gadda; eventi anti-mafia ed anti-camorra come “Fortàpasc” con Marco Risi, la Mehari di Giancarlo Siani a Bruxelles e la cena di gala di Libera; eventi sulla leadership femminile come Women in IR – con il Vice Ministro degli Esteri Marta Dassù, l’ex Direttore del Policy Planning americano Anne-Marie Slaughter e la sorella del Vice Presidente USA Joe Biden, Valerie – o Women on Board, con le relatrici della legge sulle quote di genere nei CDA, Alessia Mosca e Lella Costa. Persino Hillary Clinton, a luglio scorso, ha portato il suo saluto in diretta streaming.
Abbiamo creato corsi e laboratori di tutti i tipi: arte, musica, cinema, letteratura, teatro, persino i corsi per i bambini – oltre ad offrire un servizio di ludoteca durante gli eventi – aumentando gli introiti del 20%. Il 99% dei nostri studenti considera l’organizzazione dei corsi ottima o buona ed il 98% ottima o buona la qualità dell’insegnamento. Dal 2014, per la prima volta nella sua storia, il Collegio d’Europa di Bruges offre corsi base, intermedi ed avanzati di italiano, finanziati dall’IIC. Perchè in troppi usano ipocritamente la storia dell’italiano nelle istituzioni, ma nessuno è andato alla base del problema: insegnarlo laddove i futuri funzionari si formano.
Siamo l’IIC più “seguito” del mondo, con circa 20.000 followers tra profilo e pagina Facebook, Twitter, Flickr e Youtube.
Ma c’è stato molto di più, c’è stato un paziente e assai difficile lavoro di ricostruzione e regolarizzazione che avrebbe dovuto essere stato fatto molto tempo fa.
Ho drasticamente ridotto l’uso del contante e tagliato ingenti voci di spesa – nel passato fino a 30.000€ l’anno per la gestione inviti e 58.000€ l’anno per il catering – semplicemente digitalizzando le procedure e dotando l’IIC di una cucina professionale e di un accordo con il MIUR che ci porta gli istituti alberghieri dall’Italia a fare pratica a costo zero.
Ho regolarizzato tutti i rapporti di lavoro del personale esterno, a cominciare dagli insegnanti, riconoscendo loro – anche giuridicamente – la loro piena professionalità di personale altamente specializzato. Al contrario, non ho rinnovato la mia fiducia a ditte o persone da anni a libro paga dell’IIC, pur senza fornire servizi adeguati.
Mi sono opposta alla proposta di vendere l’immobile di Rue de Livourne, sede dell’IIC: un edificio storico, uno delle prime “Case Italiane” – l’unico assieme a quello di Lima ad avere un teatro – oltre alle aule, la sala esposizioni, la cucina professionale. Liberato del Consolato, permetterebbe di non sprecare soldi per affittare locali aggiuntivi durante la Presidenza UE e potrebbe poi essere riconvertito, sempre nella parte consolare, nelle scuole materna ed elementare italiane che mancano a Bruxelles, oppure ospitare le associazioni di interesse italiano.
Abbiamo infine lanciato un concorso per fare della Presidenza italiana UE un successo a costo zero, che mi impegnerò comunque a non far morire.
È stato un immenso privilegio e onore servire il mio Paese a Bruxelles questi due anni e credo con il mio lavoro di aver ripagato la fiducia di chi mi ha nominato Direttore. Ho rivisto tanti amici e conosciuto tante persone che, con generosità, mi hanno aiutato a far rinascere l’Istituto. Ad essi, a voi che avete partecipato numerosi e calorosi ai nostri eventi, la mia gratitudine.
Ma siccome manca oltre un mese e mezzo al 9 marzo, abbiamo ancora molte sorprese in serbo per voi! Soprattutto segnatevi in calendario le tre date in cui ci saluteremo: sabato 22 febbraio con la festa di Carnevale per i bambini. Il 4 marzo, martedì grasso, con la festa in maschera per gli adulti: scarpe comode e preparatevi a ballare fino alle ore piccole! Ed infine, venerdì 7 marzo, il concerto di Riccardo Marasco, uno dei più geniali e divertenti cantanti della mia città, Firenze.
Vi aspetto, non mancate!
Un caro saluto e grazie, davvero, per tutto.
Federiga
Aggiornamento
Poche ore dopo l’invio di questa lettera ha iniziato a circolare a Bruxelles una petizione nella quale si chiede al governo italiano di tornare sui suoi passi. Cosa bella, giusta, legittima. Ci sono però alcuni nei: il testo, che riportiamo qui di seguito, è in tanti passaggi molto simile alla lettera, ed inoltre si chiede ai sottoscrittori di “certificare” i bilanci dell’Istituto, cosa che è evidentemente un punto di grande interesse in questa vicenda, ma che certo non può essere certificato da un cittadino, per quanto socio dell’Iic. Inoltre, ci permettiamo di dire per rispetto ai tanti funzionari di carriera che dirigono Istituti in tutto il mondo, che il passaggio da un Chiara fama a un funzionario non vuol dire, non può voler dire e non ha mai voluto dire che la qualità del prodotto debba peggiorare. C’è il sospetto, forte, (ma è solo un sospetto, un’idea maliziosa) che Federiga Bindi non sia estranea all’estensione e alla diffusione della petizione, che raccoglie toni, frasi e cifre usati dalla stessa direttrice. Che per questo, certo, aumenterebbe il suo valore, essendo l’interessata evidentemente disposta a restare più a lungo.
Ecco il testo (originale, refusi compresi):
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri On. Enrico Letta,
Il buon funzionamento di un Istituto Italiano di Cultura si misura su variabili precise: la qualità, quantità e varietà delle iniziative culturali; la vitalità e qualità dell’offerta didattica; la capacità di gestire le risorse finanziarie in modo tale da mantenere il bilancio in attivo.
A Bruxelles, ognuno di questi requisiti è stato pienamente soddisfatto negli ultimi due anni, da quando è arrivata alla direzione dell’IIC la Prof.ssa Federiga Bindi.
Senza precedenti e straordinariamente variegata è stata la mole di manifestazioni, aumentando esponenzialmente la visibilità ed il prestigio dell’Istituto, in passato – per unanime sensazione – Istituzione poco presente sul palcoscenico culturale di Bruxelles. Ciò ha reso all’Italia quell’immagine di vivacità e intraprendenza culturale che merita e che tutti le riconoscono e si aspettano da essa.
Nonostante la rinata vitalità dell’Istituto sia sotto gli occhi di tutti – in meno di due anni oltre 250 eventi, 50.000 visitatori, 2000 studenti, 106 corsi, arte, musica, cinema, letteratura, teatro, attualità, politica, scienza, entrate in aumento, bilancio in attivo – è stato deciso di non far proseguire alla Prof.ssa Bindi il lavoro intrapreso, eliminando il “Chiara Fama” e riportando alla guida dell’IIC un funzionario del MAE.
Grazie alla Prof.ssa Bindi, per la prima volta c’è un punto di incontro a Bruxelles per gli italiani, e tutti coloro che amano l’Italia, piccoli e grandi. Molti di noi non avevano mai considerato di iscriversi all’IIC; grazie a Federiga Bindi lo abbiamo fatto con entusiasmo. Se dovesse lasciare l’incarico, questo ovviamente non succedera più.
Di fronte all’incongruenza di tale decisione – tanto più grave in prossimità del Semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea – la reazione è lo sconcerto. Sconcerto per la scelta di interrompere in modo brusco e paradossalmente punitivo quella che in città viene riconosciuta come la rinascita culturale dell’Istituto; sconcerto per il declassamento dell’IIC di Bruxelles con l’abolizione della nomina per Chiara Fama; sconcerto per la discontinuità che inevitabilmente porterà ad una diminuzione della quantità e qualità delle iniziative, proprio alle soglie del periodo di massima esposizione del nostro Paese a Bruxelles.
Alla luce di queste riflessioni, chiediamo dunque con forza che la Prof.ssa Federiga Bindi possa restare al suo posto, per assicurare che durante il Semestre di Presidenza UE l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles continui allo stesso livello di eccellenza a cui ci siamo abiutati in questi ultimi due anni.