La European Alliance to Save Energy (della quale fanno parte Philips e Siemens) scrive a Letta e attacca la Confindustria: Consumare meno salva le imprese
Il governo italiano sostenga un “ambizioso” pacchetto europeo per l’energia e il clima per il 2030, in particolare per un target europeo vincolante per il risparmio energetico al 40%. Lo chiede la European Alliance to Save Energy (EU-ASE), associazione europea di multinazionali con siti produttivi in tutti i 28 Stati Membri dell’UE, più di 150.000 impiegati e un fatturato aggregato di oltre €70 miliardi, con una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta, per chiedere il supporto del Governo italiano a favore di un ambizioso pacchetto Ue.
“Le imprese rappresentate da EU-ASE – spiega una nota – hanno ritenuto doveroso reagire in tal modo per prendere le distanze da quanto dichiarato dal Presidente di Confindustria e apparso in una lettera pubblicata ieri da Il Sole 24 Ore”.
Secondo queste imprese, tra le quali le note Philips e Siemens “il dibattito europeo che verrà formalmente aperto con il Libro Bianco sul Clima e l’Energia per il 2030 che la Commissione Europea presenterà il prossimo 22 gennaio avrà come attori principali gli Stati Membri e in particolare l’Italia, in vista del prossimo semestre di presidenza dell’Unione”. Per questo l’idea di rivolgersi a Letta.
“Molte sono le attese per poter rilanciare l’economia europea attraverso questo pacchetto, ma la miopia di alcuni politici e rappresentanti di interessi, troppo legati alla ‘old economy’, – sostiene l’associazione – rischia di bloccare il rilancio del modello europeo verso un’economia efficiente e sostenibile”.
Secondo l’International Energy Agency (IEA), che definisce l’efficienza energetica come “la prima fonte d’energia”, la causa degli elevati prezzi di energia elettrica in Europa spiega la lettera a Letta “è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili. L’IEA osserva che, se questa tendenza fosse invertita attraverso maggiori investimenti in efficienza energetica ed energie rinnovabili, i prezzi industriali per l’energia elettrica si ridurrebbero di almeno il 15 % entro il 2035. L’Italia non sarà mai un Paese che potrà competere su petrolio e gas, bisogna puntare su quei settori industriali che hanno ora i più alti potenziali di crescita e creazione di posti di lavoro non delocalizzabili”.
É per questa ragione che, oltre ad avere un più ambizioso target per le riduzioni di emissioni di CO2, “è necessario avere un target obbligatorio europeo al 40% per la riduzione dei consumi energetici. Il risparmio energetico è la leva più efficace dell’UE per rafforzare la propria sicurezza energetica e la competitività dell’economia dell’intero continente”, afferma la lettera.
Alcune delle multinazionali rappresentate dalla European Alliance to Save Energy hanno appena chiuso impianti industriali in Italia o stanno valutando il loro mantenimento in un Paese che non offre garanzie a lungo termine per il settore e stanno invece aprendo nuovi centri di produzione negli Stati Uniti, Asia e Turchia. É per tale motivo che, spiegano “contrariamente a quanto sostenuto dal Presidente di Confindustria nella lettera indirizzatale apparsa ieri su Il Sole 24 Ore, questo tipo di politiche climatiche ed energetiche non sono assolutamente in contraddizione con il rilancio dell’economia e la competitività delle imprese italiane ed europee”. I rappresentanti italiani dell’Alleanza chiedono dunque un incontro a Letta, per discutere la loro posizione.
Perla Ressese