I vicepresidenti dell’Europarlamento scrivono a Barroso: “Chiediamo un intervento concreto”
Rinaldi: “Sospendere trattative su accordo libero scambio? Questione che a India non interessa”
Quelle giunte dalla Commissione europea sulla questione dei due marò italiani in carcere in India sono solo “blande rassicurazioni” mentre invece serve una “posizione di fermezza” per porre fine a questa “incresciosa e inaccettabile vicenda”. È quanto i due vicepresidenti del Parlamento europeo, Gianni Pittella (Pd) e Roberta Angelilli (Ncd), hanno scritto in una lettera indirizzata al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e all’Alto Rappresentante per la politica Estera Catherine Ashton. “Chiediamo un intervento netto e concreto” scrivono i vicepresidenti secondo cui “non può non suscitare indignazione presso le Istituzioni europee l’ipotesi da parte del Governo indiano di prendere in considerazione una condanna a morte per i due fucilieri della marina italiana”. Una ipotesi “riaffacciatasi incredibilmente in questi giorni dopo accordi e promesse al Governo italiano che sembravano averla assolutamente esclusa”. L’Unione europea, ricordano Pittella e Angelilli “ha ricevuto il premio Nobel per la pace anche in virtù del suo continuo e costante impegno contro la pena capitale” e per questo “deve fare tutto ciò che è in suo potere” per sostenere l’Italia “in questa complicata disputa internazionale” e consentire a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “di poter essere giudicati da un tribunale italiano”.
Questa mattina la portavoce di Ashton, Maja Kocijancic, aveva risposto in maniera molto vaga a una domanda dei giornalisti italiani sul caso dei marò affermando che l’Ue “continua a seguire la situazione da molto vicino come ha fatto fin dall’inizio” e che “ogni decisione sul caso sarà attentamente analizzata da parte nostra”. Kocijancic ha affermato che “come Unione europea incoraggiamo l’India a trovare con urgenza una soluzione soddisfacente per entrambe le parti per questo caso”, una soluzione “in accordo con le leggi internazionali e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”.
Sabato il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, aveva ipotizzato di sospendere le trattative sul libero scambio con l’India come forma di pressione per la liberazione dei due marò. “Ha fatto bene a porre la questione” dichiara l’eurodeputato Niccolò Rinaldi, uno dei negoziatori dell’accordo per l’Aula. Ma non basta in quanto si tratta di un accordo verso cui l’India finora ha mostrato “scarso interesse” e per questo, secondo Rinaldi, è prioritario “chiarire un problema di fondo” ovvero che “la questione non deve essere bilaterale tra Italia e India” ma “tra Unione europea e India” perché “la lotta alla pirateria è una priorità europea, non nazionale e le ripercussioni giuridiche della giurisprudenza indiana varrebbero per tutti”.