Il presidente annuncia l’arrivo in Belgio di una delegazione per riaprire le trattative
Barroso: “Sempre disponibili ma le condizioni restano le stesse, non ri-negoziamo”
L’accordo di associazione Ue-Ucraina riparte? La partita si riapre? Di certo “non si rinegozia”, ma qualcosa si muove, e in fretta. Il presidente ucraino, Viktor Yanukovych, ha telefonato al presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso. Un gesto su cui pochi avrebbero potuto pensare, dopo le chiusure di Kiev alla possibilità negoziali. Yanukovych, fa sapere l’esecutivo comunitario, ha chiesto a Barroso di poter ricevere una delegazione ucraina proveniente da Kiev per “discutere alcuni aspetti dell’accordi di associazione e la creazione di un’area di libero scambio”. La posizione dell’Ue è nota: le porte rimangono aperte. Lo hanno ribadito più volte, in queste ultime ore, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton, e il commissario per l’Allargamento, Stefan Fule. Lo ha ricordato anche Barroso nel corso della telefonata, “ma l’Ue – ha precisato – non è disposta a riaprire alcun tipo di negoziazione”. Le condizioni, questo il messaggio di Barroso, gli ucraini le conoscono. Yanukovych, fa sapere la Commissione, “ha accettato” le condizioni imposte da Barroso, e i due hanno stabilito di tenere consultazioni “nei tempi e nei canali diplomatici appropriati”.
La conversazione telefonica è stata anche l’occasione per Barroso di far notare a Yanukovych che quanto accaduto negli ultimi giorni. In tal senso Barroso ha chiesto “moderazione” a tutte le parti interessate, di garantire “il rispetto di libertà e diritti civili”, di condurre “quanto prima” un’inchiesta sull’uso della forza da parte dei poliziotti che hanno sgomberato i manifestanti a Kiev, di trovare una soluzione “politica e pacifica” alla situazione in atto, e di fare in modo che tutte le parti interessate dialoghino. Barroso ha incassato da Yanukovych l’impegno a condurre un’inchiesta e a rendere pubblici i risultati.
Renato Giannetti