Bruxelles – Si terrà dal 1 al 6 Ottobre a Ginevra l’Ottava Conferenza delle Parti (Conference of the Party COP8) prevista dalla Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco negoziata sotto gli auspici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E a meno di due settimane dall’inizio dei lavori, L’Unione Europa sta, molto faticosamente, negoziando una posizione comune.
Come ogni due anni, infatti si ripete lo scontro tra la DG Sante e le diverse istanze dei governi degli Stati Membri. Tra i punti più rilevanti all’attenzione della COP 8 ci saranno i nuovi prodotti senza combustione, ossia le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco di nuova generazione. Un tema sempre più rilevante, anche in considerazione della rapida diffusione che le diverse alternative alle sigarette tradizionali stanno registrando in tutto il continente. Nei giorni scorsi le bozze di documenti Ue sono state rivelate su internet e rilanciate dai social media raccontando una volontà della Commissione Europea sorprendentemente più proibizionista della stessa Organizzazione mondiale della sanità.
E se gli svapatori di mezza Europa sono già sul piede di guerra e iniziano ad organizzare iniziative di dissenso attivo sulla rete, non meglio è andata a chi ha puntato sui nuovi prodotti a tabacco riscaldato, per i quali la commissione si spinge fino a suggerire, contro la stessa legislazione europea e in assenza di qualsiasi mandato in tal senso, un divieto totale di commercializzazione.
Sull’oltranzismo della commissione, i Paesi membri si sono già divisi nettamente: il blocco di Visegrad è, come prevedibile, fermo nella netta opposizione a concedere fette di sovranità, stavolta non solo a Bruxelles, ma direttamente ai burocrati di Ginevra. Il resto dell’Europa per ora resta a guardare.
E l’Italia? A sorpresa, proprio il Governo che considerava le sigarette elettroniche e la riduzione del danno punti chiave del proprio “Contratto di Governo” è stato tra i primi a offrire sostegno totale e alle proposte della Commissione Europea. Qualcuno a Roma sussurra che la ministra competente Giulia Grillo (Salute) nella partita in corso non abbia letteralmente toccato palla, regolarmente scavalcata dai “tecnici” del suo ministero: altri ricordano come già le promesse dell’ora vice premier Matteo Salvini in materia di tassazione del settore, dopo aver trovato spazio nei programmi elettorali erano di fatto scomparse dal radar del Governo giallo-verde. “Confermo – disse il leader della Lega a fine marzo – il mio impegno con i produttori e commercianti delle e-cig: se andiamo al governo togliamo la supertassa che hanno messo sulle sigarette elettroniche che sta distruggendo un settore”.
Resta il fatto che dopo l’incertezza in materia fiscale un eventuale e sempre più probabile inasprimento anche del contesto regolatorio, finirebbe per mettere definitivamente in ginocchio un intero settore con pesanti ricadute non solo sull’occupazione ma anche e forse soprattutto sulle speranze di offrire una qualsiasi alternativa agli oltre 150 milioni di fumatori europei.