Bruxelles – L’Italia è un paese vecchio. Nessuno in Europa ha un indice di dipendenza degli anziani come quello tricolore. La dipendenza degli anziani misura il numero di abitanti non attivi (65 anni o più) per 100 persone attive (dai 15 ai 64 anni di età), e allora, dati Eurostat alla mano, vuol dire che in Italia c’è un rapporto di 1:3 (35 persone non attive ogni 100 attive) come solo nella Penisola.
Se è vero che il rapporto 1:3 si registra anche in altri Paesi quali Grecia, Finlandia, Portogallo e Germania, l’Italia è tra i Paesi dell’Unione europea quello con la maggiore dipendenza di anziani (34,8%).
La cattiva notizia, rileva l’Istituto di statistica europeo, è che l’indice cresce in continuazione. “Dieci anni fa il rapporto era di 1:4”, vuol dire che c’era popolazione nell’Ue era più attiva e più giovane di adesso. I dati del 2017 rilevano che un quinto degli abitanti dell’Unione europea ha 65 anni o più, circa 100 milioni di persone su una popolazione di poco più di 500 milioni di persone.
In Europa si invecchia. Ma c’è dell’altro. La situazione si spiega anche con il dato occupazionale. L’elevato tasso di senza lavoro assottiglia automaticamente la fascia di popolazione attiva. Italia e Grecia, i Paesi Ue con i più alti tassi di dipendenza degli anzioni, sono quelli con tassi di disoccupazione sopra la media comunitaria, dato vero in particolare per i giovani (under 25).