Bruxelles – L’accesso all’educazione non è uguale per tutti e nella stessa Europa esistono ancora forti disparità tra il nord e il sud dell’Unione. Secondo i dati Eurostat nei Paesi mediterranei le famiglie avrebbero maggiori difficoltà a sostenere i costi dell’istruzione e in particolare Grecia, Cipro, Romania e Croazia hanno percentuali altissime con rispettivamente l’89, l’82, il 78 e il 77% delle famiglie che afferma di avere problemi a farlo.
Nei Paesi nordici invece, la situazione per fortuna migliora con una percentuale del 59% delle famiglie che dichiarano di non avere particolari difficoltà nel sostenere tali spese. Le percentuali vanno da famiglie secondo cui il sostenimento dei costi è “non molto facile” (26%), “facile” (20%) o “molto facile” (13%). I Paesi di cui fanno parte le famiglie con più risorse finanziarie sono Finlandia, Germania e Svezia. L’Italia è vicina alla media europea con solo il 7% che ha molte difficoltà a pagare gli studi (in Ue è il 6,8%), il 16,9% moderata difficoltà e il 27,3 un po’ di difficoltà.
Le difficoltà maggiori secondo Eurostat, si trovano soprattutto in quei nuclei familiari situati nelle zone rurali e periferiche (44%), seguite dalle famiglie in città (41%) e infine in quelle nei paesi e sobborghi (39%).
Nei Paesi membri dell’Unione europea, i fondi adibiti all’educazione sono sostenuti in gran parte dal governo e in minor parte da fonti private come organizzazioni non-profit, imprese, istituzioni religiose o in certi rari casi da organizzazioni internazionali come la World Bank o le Nazioni Unite.
I costi dell’educazione comprendono tasse scolastiche, tasse legate all’iscrizione agli esami in certi paesi, libri, viaggi scolastici e costi relativi a servizi mensa e ristorazione. Inoltre, in caso di adulti frequentanti programmi educativi, sono da considerare la perdita di reddito dovuto all’impossibilità di lavorare o lavorare part-time in modo tale da dedicare il tempo necessario allo studio.