Bruxelles – Si è spenta a Parigi all’età di 89 anni Simone Veil, politica e accademica, figura centrale delle vita politica francese per oltre quarant’anni, nel 1979 prima presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale. “Mia madre è morta stamattina a casa sua. Avrebbe compiuto 90 anni il 13 luglio”, ha annunciato il figlio Jean Veil.
Simone Veil è nata a Nizza il 13 luglio del 1927 da una famiglia ebrea. Durante la Seconda Guerra Mondiale nel marzo del 1944 (all’età di 16 anni) è stata deportata al campo di concentramento di Auschwitz assieme alla famiglia e solo lei e la sorella sono sopravvissute. Le due giovani furono liberate il 27 gennaio 1945, data che oggi corrisponde al Giorno della memoria nell’Ue. Era tra i soci fondatori e Presidente onorario della ”Fondation pour la Mémoire de la Shoah”: organizzazione non-profit che si occupa della promozione della memoria e degli studi sulla tragedia della Shoah.
Nel 1974 ha abbandonato la carriera di magistrato e, dopo l’elezione di Valéry Giscard d’Estaing a Presidente della Repubblica francese, è stata nominata ministro della sanità nel governo di Jacques Chirac. La nomina di Simone Veil rappresentava una novità, anche perché era una delle prime donne ministro in Francia. In quel periodo riuscì ad ottenere l’approvazione della legge sull’aborto per cui lottò a lungo all’Assemblée Nationale.
È stata eletta presidente del Parlamento europeo di Strasburgo nel luglio del 1979, il primo eletto a suffragio universale non più per mezzo dei parlamentari nazionali, ed è rimasta in carica fino al 1982. Nel marzo 1993 è stata nominata ministro nel governo di Édouard Balladur.
Antonio Tajani, l’attuale Presidente del Parlamento Europeo, ha affermato che con la morte di Veil “l’Europa perde una grande donna e una protagonista della storia dell’Unione, la prima presidente dell’Europarlamento”. Una donna che “ha lasciato il segno nella storia dell’Europa dando un forte contributo all’unità e al rafforzamento dell’istituzioni democratiche” e il cui insegnamento “deve ispirarci e spingerci a fare di più affinché in Europa e nel mondo non ci siano più discriminazioni nei confronti delle donne”. Per Tajani “il suo messaggio è vivo sia per quanto riguarda i diritti e il ruolo delle donne in Europa, sia per quanto riguarda l’antisemitismo”.
Anche il Presidente francese Emmanuel Macron ha reso omaggio a Simone Vail affermando che era l’espressione della “Francia migliore”. In un tweet si è augurato: “Possa il suo esempio ispirare i nostri connazionali”.
La capodelegazione dei deputati del Pd al Parlamento europeo Patrizia Toia ricorda che “con la scomparsa di Simone Vail se ne va una testimone chiave del nostro vissuto e del senso profondo del progetto di integrazione comunitaria come superamento degli orrori dell’Olocausto”. Toia sottolinea che “il suo impegno, che l’ha portata a diventare la prima presidente del Parlamento europeo nel 1979, resta per tutti noi un esempio di integrità e di parità di genere, soprattutto per tutte le donne impegnate nella politica europea”.