Bruxelles – L’Ue ha deciso di rinnovare le sanzioni contro la Russia per l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli. Il Consiglio Affari Esteri ha prolungato fino al 23 giugno del 2018 il divieto per cittadini a imprese europee di importare prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli, così come di acquistare beni immobili o entità, finanziare imprese o fornire servizi correlati. Il blocco continua anche per le esportazioni dall’Ue verso i territori interessati di determinati beni e tecnologie relativi ai settori dei trasporti, telecomunicazioni, energia e concernenti la produzione di petrolio, gas e risorse minerali, così come per i servizi di turismo. “In particolare – si legge nelle conclusioni approvate dal Consiglio nella giornata di ieri – le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza”.
Queste per ora le uniche sanzioni oggetto della proroga che, molto probabilmente, verrà estesa anche alle sanzioni economiche, già attive contro la Russia e in scadenza a luglio e legate all’attuazione degli accordi di Minsk, durante il Vertice europeo di giovedì e venerdì.
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte del Cremlino che ha contestato il prolungamento delle sanzioni, considerate dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov “non legittime”. “Riteniamo che queste sanzioni infliggano un danno non solo a noi ma anche ai Paesi che le hanno lanciate”, ha inoltre aggiunto Peskov criticando l’azione dell’Ue.
La penisola della Crimea, territorio ucraino, era stata annessa dalla Russia di Vladimir Putin dopo un plebiscito al referendum che si era tenuto nel marzo 2014 quando la stragrande maggioranza della popolazione, quasi il 97%, aveva votato per questa opzione, impaurita dalla svolta che stava avvenendo a Kiev dopo le proteste di Maidan e l’estromissione dal potere del filorusso Viktor Janukovyč.
Critiche forti al rinnovo delle sanzioni arrivano anche da Coldiretti che sottolinea gli effetti nefasti delle sanzioni sull’economia italiana, dovuti alla “guerra commerciale” in corso che ha già provocato “una perdita complessiva stimata in oltre 10 miliardi”. E nonostante le perdite abbiano interessato molti settori dell’economia, come sottolineato da Coldiretti “l’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale”, deciso dalla Russia come contromisura alle sanzioni imposte dall’Ue. Un blocco che “è costato all’agroalimentare nazionale fino ad ora oltre 850 milioni di euro”, alle quali bisogna aggiungere le perdite “dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy”. I rischi, infine, sempre secondo Coldiretti, interesserebbero anche il settore della ristorazione italiana in Russia che “rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali”.