Bruxelles – Il cambiamento climatico costituisce una delle sfide principali alla produzione e alla sicurezza alimentare, così come alla nutrizione. Agli impatti esercitati sull’ambiente dal cambiamento climatico “nessun altro settore è più sensibile dell’agricoltura” e in particolare le “piccole e medie imprese dei Paesi in via di sviluppo” delle quali è necessario promuovere una buona resilienza, ovvero una buona adattabilità alle condizioni ambientali in continuo mutamento. Questi alcuni dei punti cruciali sottolineati dal direttore generale della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), Jose Graziano da Silva, in audizione di fronte agli eurodeputati della Commissione per l’Agricoltura del Parlamento europeo.
Sempre il cambiamento climatico e in particolare l’innalzamento delle temperature, sarebbe all’origine di un’altra delle grandi sfide che l’industria agricola e i sistemi agroalimentari sono costretti ad affrontare ora, così come nel prossimo futuro: il passaggio trans-frontaliero degli agenti patogeni. “Le temperature in aumento – spiega infatti da Silva – hanno un impatto sul ciclo riproduttivo degli insetti che avviene sempre più velocemente”, moltiplicando le possibilità di contagio e il rischio di generare epidemie.
Dall’altro lato, De Silva ha sottolineato che al fine di contenere gli effetti nefasti sull’ambiente, sia necessario abbandonare il vecchio modello di agricoltura intensiva che ha ormai “raggiunto i suoi limiti”. Non solo dunque tutelare l’ambiente per promuovere la produzione e la sicurezza alimentare, ma promuovere modelli di agricoltura in cui di intensivo vi sia soltanto la “conoscenza”, al fine di garantire insieme all’aumento della produzione, necessario in vista della crescita della popolazione mondiale, anche la tutela del pianeta.