Bruxelles – Ultimo avvertimento prima del deferimento alla Corte di giustizia europea con il conseguente rischio di maxi multe: l’Italia riduca l’inquinamento dell’arie nelle aree urbane. La Commissione europea ha deciso di andare avanti con la procedura d’infrazione per le troppe emissioni di Pm10, le polveri sottoli e ultrasottili, aperta a giugno dell’anno scorso. Si è dato tempo alle autorità italiane per fornire chiarimenti e, soprattutto, attuare strategie di riduzione dell’inquinamento dell’aria. Ma senza risultati. “Le misure legislative e amministrative finora adottate dall’Italia non sono bastate a risolvere il problema”. Adesso, se non ci saranno risultati tangibili entro due mesi, si rischia il essere portati davanti alla Corte di giustizia europea.
La procedura d’infrazione si riferisce a 30 zone di qualità dell’aria in tutto il territorio italiano in cui dall’1 gennaio 2005, data dell’entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili, si sono registrati dei superamenti. Per quanto riguarda il valore limite giornaliero, le 30 zone interessate si trovano in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. Il dossier riguarda anche i superamenti dei limiti annuali a Venezia, Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, Torino, Pianura padana lombarda e Valle del Sacco (Lazio).
Le polveri sottili, note anche come “PM10”, sono presenti nelle emissioni connesse al consumo di energia e al riscaldamento, ai trasporti, all’industria e all’agricoltura. Il PM10 può provocare asma, problemi cardiovascolari e cancro ai polmoni, causando un numero di morti premature superiore al numero annuale di decessi per incidenti stradali. Secondo le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente ogni anno in Italia l’inquinamento da polveri sottili provoca più di 66mila, facendo della penisola lo Stato membro più colpito in termini di mortalità connessa al particolato.
La normativa europea sulla qualità dell’aria impone agli Stati membri di limitare il livello di emissioni di polveri sottili, stabilendo soglie di concentrazione annua (40 μg/m3) e giornaliera (50 μg/m3), da non superare più di 35 volte per anno civile. Già nel 2012 la Corte di giustizia europea aveva trovato l’Italia colpevole di aver violato la direttiva. Adesso questa nuova procedura rischia di aggiungersi alle irregolarità precedentemente riscontrate.
La Commissione europea non è però entrata nel merito degli eventuali sviluppi legali nè dell’ammontare delle multe. “Ancora non ci troviamo in questo stadio” della procedura, ha chiarito il portavoce responsabile, Enrico Brivio, ricordando che tutto dipende dal tipo di infrazione, dalla durata della stessa. L’esecutivo comunitario ha chiarito che servirà del tempo prima che si possa chiudere il dossier, nell’ordine di “qualche mese” se tutto va bene.