Bruxelles – L’Italia è la patria delle bollette elettriche salate. Il nostro Paese in Europa è al primo posto per i costi per le imprese e al quarto per quelli per le famiglie. Secondo i dati Eurostat relativi al primo semestre 2016 il costo dell’energia elettrica per le aziende è di 0,15 euro kWh nella penisola. Un record, di cui non vantarsi. Considerando che in Svezia i costi non raggiungono gli 8 centesimi, è facile capire come il caro-energia possa rappresentare un fattore penalizzante per il sistema Paese, non a caso in crisi di competitività. Anche se bisogna dire che la Germania è poco al di sotto di noi ed ha comunque l’economia più forte del continente. Mediamente in Europa industria (25%) e settore dei servizi (14%) rappresentano i due quinti dei consumi energetici totali. Il caro-prezzi si trasforma così in un fardello per chi deve saldare il conto. Conto che rischia di essere anche più salato di così: i prezzi di listino non sono comprensivi di tasse.
Non va molto meglio per le famiglie, il nostro Paese è il quarto più caro per le bollette (23 centesimi per kWh) dietro Danimarca (31 centesimi), Germania ( centesimi) e Belgio (25 centesimi). I prezzi più bassi sono stati registrati in Bulgaria (10 cent per kWh) e Ungheria (11 cent). Da sottolineare il fatto che prezzo dell’elettricità in Danimarca e in Germania è costituito da imposte e tasse, e il 38% in Belgio. D’altra parte, in Bulgaria prelievi e tasse rappresentano solo il 17% e in Ungheria il 21%.