Roma – “È impossibile pensare che la Libia odierna possa essere parte di qualsiasi soluzione alla crisi dei migranti”, perché nella stessa Tripoli, la Capitale, manca “un’autorità centrale che controlli il territorio”. Lo denuncia il direttore generale di Medici senza frontiere, Arjan Hehenkamp, rientrato da poco dalla sua prima missione nel Paese nordafricano, dove si è recato a monitorare le attività dell’organizzazione umanitaria nei centri di detenzione dei migranti “gestiti da diverse milizie, che rappresentano l’autorità e con cui noi dobbiamo trattate”, spiega.
Secondo Hehenkamp bisognerebbe “lasciar andare via, far fuggire” chi si trova in quei centri, perché lì le persone si trovano “in condizioni orribili, non solo dal punto di vista medico”. Si tratta di “condizioni disumane, assolutamente inaccettabili per gli abusi” che vengono perpetrati ai danni dei migranti che “vengono torturati”.
Di fronte a questa situazione, l’esponente di Msf sottolinea la necessità di una sorta di “evacuazione umanitaria” e denuncia l’Ue che invece “sta chiudendo sistematicamente ogni modo umano di arrivare” sul suo territorio, quando invece, a suo avviso, “è responsabilità della politica creare un modo sicuro per giungere in Europa”.