Bruxelles – È inaccettabile che l’Europa si compiaccia per il numero di persone che è riuscita a tenere al di fuori delle proprie frontiere, mentre i morti nel Mediterraneo continuano ad aumentare. Lo sostengono le associazioni Concord Italia e altre organizzazioni europee, impegnate sul fronte dell’immigrazione, che hanno scritto due lettere indirizzate, una ai Capi di Stato europei e l’altra al neo premier italiano, Paolo Gentiloni, oggi al suo primo Consiglio europeo a Bruxelles.
Le ong sottolineano che l’Unione continua a stringere accordi con “Paesi in cui la situazione dei diritti umani è preoccupante, se non drammatica”. Come la Turchia, con cui l’ue ha stretto un accordo che, secondo le Ong, “non solo ha fallito come misura preventiva in relazione alle morti nel Mediterraneo (ad oggi 1000 in più rispetto allo stesso periodo del 2015), ma ha permesso anche che in Grecia 60.000 persone fossero rinchiuse in centri di detenzione o in posti comunque non attrezzati all’accoglienza, come magazzini o edifici abbandonati, luoghi ove le condizioni violano qualsiasi standard umanitario”.
Le associazioni criticano anche altri accordi che mirano a fermare i flussi migratori con i Paesi di origine e di transito, come quello tra l’Ue e l’Afghanistan che “accelera le procedure di riammissione ed i ritorni forzati di cittadini afghani in un Paese “che non è sicuro”, si legge nella lettera, che ricorda che “vaste aree di questo Paese sono ancora sotto il controllo dei Talebani, quasi tutte le province sono teatro di scontri armati e ci sono circa un milione di sfollati interni”.
Le associazioni firmatarie definiscono “inaccettabile e contraria ai più basilari principi della cooperazione allo sviluppo la condizione” che lega “la performance dei Paesi nel controllare i flussi migratori ai volumi europei di aiuti allo sviluppo minacciando conseguenze per chi non coopera”.
Insomma, le Ong sono convite che l’Europa segua una linea politica sbagliata, cioè quella di “rafforzare la sicurezza europea sulle frontiere esterne”, preoccupante perché invece che diminuirle hanno contribuito ad aumentare le morti in mare. “La rotta del Mediterraneo centrale è tornata ad essere il canale principale per raggiungere l’Europa”, scrivono, “ma anche la tomba per migliaia di migranti”.
Il Summit di oggi dovrebbe quindi essere “un’opportunità per l’Unione Europea di cambiare rotta”. Come? Invece di fare accordi con Paesi terzi, secondo le associazioni bisognerebbe “istituire canali sicuri e regolari per i migranti che vengono in Europa, secondo gli impegni presi nell’ambito dell’Agenda 2030”, nonché “creare corridoi umanitari, come quello realizzato dalle organizzazioni religiose della società civile in accordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”.
La missiva ai leader europei si chiude con la richiesta “di affrontare le profonde disuguaglianze locali e globali” e rivolgendosi direttamente al neo premier italiano le associazioni scrivono: “Ci appelliamo a lei affinché promuova un’Europa della solidarietà internazionale e dei diritti umani di tutti, non un’Europa che costruisce muri”.