Bruxelles – Dopo nove mesi di stallo politico in Spagna, e i pessimi risultati socialisti alle regionali in Galizia e nei Paesi Baschi, va in scena un colpo di mano in seno al Psoe per provocare la caduta del leader Pedro Sanchez. Ben 17 dei 35 membri dell’esecutivo del partito socialista hanno presentato le dimissioni. Se si tiene conto di due posti vacanti, l’esecutivo è dimezzato, scrive repubblica.it.
Secondo lo statuto, quest’organo cessa dunque di esistere e Sanchez perde il suo potere.
La rivolta interna è assolutamente inedita nel partito socialista spagnolo. Il primo obiettivo è impedire che al comitato federale di sabato vengano convocati un nuovo congresso e primarie per il 23 ottobre come voleva fare Sanchez.
All’interno del partito molti erano critici verso la linea intransigente adottata da Sanchez, contraria ad ogni forma di appoggio ad un governo guidato dal leader del Partito popolare, Mariano Rajoy nell’ambito della crisi politica che blocca il paese dalle elezioni del 20 dicembre.
Il leader socialista punta ad un accordo con altre forze, che finora non si è concretizzato, e molti temono un tracollo elettorale se si dovrà tornare alle urne per la terza volta in un anno. Le dimissioni in blocco sono giunte dopo nuove critiche nei confronti di Sanchez da parte dell’ex premier socialista Felipe Gonzales.