Bruxelles – L’europarlamentare Pd Alessia Mosca cerca una mediazione sulle modalità per l’approvazione dell’accordo commerciale Ue-Canada (Ceta): insieme ad altri 41 europarlamentari di 11 diverse nazionalità ha firmato una lettera indirizzata al Consiglio europeo che rivendica il ruolo di rappresentanza democratica del Parlamento europeo nei processi decisionali. Nel documento si legge: “E’ necessario agire per accrescere il coinvolgimento dei parlamenti nazionali nei processi decisionali”, tuttavia “sostenere che a garantire il controllo democratico siano solamente i voti delle assemblee nazionali rappresenta un implicito declassamento delle competenze del Parlamento europeo” mentre, al contrario, esso “esercita il controllo democratico con forza e indipendenza sempre maggiori” e attraverso le sue decisioni “esprime la voce dei cittadini”.
La lettera nasce in risposta al recente dibattito sull’accordo commerciale tra Canada e Ue e, in particolare, alla decisione presa a luglio dalla Commissione e ratificata dal Consiglio di considerarlo un accordo misto, un accordo che riguarda quindi competenze Ue e degli Stati e necessita di conseguenza la doppia approvazione, a Bruxelles e nei singoli parlamenti nazionali. Soluzione, questa, che ha suscitato non poche preoccupazioni nei sostenitori del trattato poiché limita sensibilmente le possibilità di una sua approvazione.
Nella lettera si chiede che venga garantita l’entrata in vigore provvisoria del Ceta dopo un’approvazione del Parlamento europeo, come già accaduto in precedenza per altri accordi, e come richiesto dalla Commissione europea. Mosca ha dichiarato che l’intento non è quello di escludere i parlamenti nazionali, ma quello di evitare “che un singolo parlamento nazionale, attraverso il meccanismo del potere di veto, possa tenere in scacco l’intera politica commerciale, che al momento rappresenta una delle poche forze di crescita economica di cui disponiamo.” L’europarlamentare prosegue sostenendo che “Inoltre, la politica commerciale è una delle poche politiche di competenza comunitaria. E ricordo che il Parlamento europeo è un’assemblea democraticamente eletta” perciò questa è “una questione che va persino al di là della stessa politica commerciale: non si può essere convinti europeisti nei giorni pari e rivendicare il ruolo dei parlamenti nazionali nei giorni dispari”, conclude.