Bruxelles – Al vertice di Bratislava il prossimo sedici settembre i capi di Stato e di governo dei 27 (Ue senza Gran Bretagna) non parleranno del processo Brexit, e questo per proteggere gli interessi di chi decide di restare nell’Unione e non quelli di chi la lascerà. Lo conferma oggi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dopo un incontro con il premier lussemburghese, Xavier Bettel.
Nessun cedimento dunque al dibattito che imperversa a Londra su come porre i negoziati, su quale modello seguire o se lanciarne uno nuovo. “Non è nostra intenzione parlare di Regno Unito a Bratislava – ha detto Tusk – o della nostra strategia negoziale. La nostra posizione è cristallina: non ci sarà nessun negoziato senza la notifica (di abbandono dell’Ue, ndr)”. Tusk spiega che “questo principio è incardinato nei nostri trattati, e lo è per un motivo: proteggere gli interessi dei membri dell’Unione che intendono stare insieme, non di quello che decide di lasciare. Dunque non verremo meno a questo principio”.
A Bratislava comunque sarà fatta “una diagnosi dell’Unione dopo il voto britannico”, anticipa il presidente del Consiglio, ammettendo che “non risolveremo in un colpo solo tutti i problemi, ma quel che abbiamo bisogno di fare lì è stabilire obiettivi comuni per ricostruire un senso di unità politica”. Tusk ha ricordato i prossimi festeggiamenti, a marzo 2017 a Roma per i 60 anni dalla fondazione dell’Unione in occasione dei quali “abbiamo ancor più bisogno di quel sentimento di unità politica, alla luce del fatto che il mondo fuori dall’Europa porta più minacce che opportunità di quanto avemmo nei giorni radiosi”.