Bruxelles – Realtà o finzione. Chi può ancora distinguere le due dimensioni dopo che la nuova app del Pokémon Go ha conquistato appassionati e curiosi in ogni angolo del mondo? Dal paesino più piccolo alla grande città la app, uscita solo lo scorso 7 luglio, permette a chiunque di poter catturare un Pokémon, un personaggio immaginario, nel mondo reale.
Finzione e realtà si mescolano così in continuazione e a volte non sono più distinguibili, almeno agli occhi dei due amici che a Padova, lo riporta il giornale “Il Mattino di Padova”, hanno ricevuto la prima ‘multa per Pokémon’. Guidavano senza patente il motorino alle 5 del mattino e con in mano, chiaramente, lo smartphone. La motivazione? “Eravamo a caccia di pupazzetti”, hanno spiegato ai Carabinieri, “Siamo usciti di casa alle 5 ed avevamo la testa per aria!”. I due ragazzi sui social media sono già diventati una leggenda. Il sacrificio di svegliarsi alle 5 del mattino diventa un motivo di orgoglio tra i lottatori da competizione di Pokémon, mentre l’essere beccati senza patente è comunque giustificato da una causa più nobile: la caccia ai mostri colorati.
Se a Padova il gioco si è fatto pericoloso, qualche chilometro più ad Est, in Bosnia c’è il rischio che possa sfociare in tragedia. Nel paese i fan di Pokémon Go fanno le stesse cose e si comportano allo stesso modo di altri appassionati di Roma, Parigi o New York, eppure c’è qualcosa che li distingue dagli altri. Camminare per la città fissando uno schermo e interagendo con il pupazzo che si muove dentro e fuori di esso, potrebbe addirittura causare la morte, se si mette il piede nel posto sbagliato. In Bosnia ai fan di Pokémon Go è stato chiesto di evitare le aree disseminate di mine inesplose, circa il 2,3 % del territorio della repubblica ex jugoslava, lascito della guerra dei Balcani che tra il 1992 e il 1995 causò la morte di oltre 93 mila persone.
Come riporta ‘The Guardian’, l’allarme è stato lanciato da un’organizzazione non governativa “Posavina bez mina” dalla propria pagina Facebook. “Abbiamo ricevuto segnalazioni riguardo alcuni utilizzatori della app del Pokémon Go che sono stati visti in aree molto pericolose per la presenza di mine inesplose”. Fino alla fine della guerra, le esplosioni di mine hanno provocato la morte di 600 persone, ferendone più di mille. Il pericolo non scomparirà fino a quando le mine dormiranno affianco alle circa 550 mila persone, il 15% della popolazione, che vive vicino alle aree considerate contaminate.
Il gioco, che proprio oggi arriva in Giappone, la patria dei Pokémon, dopo aver già stregato 30 nazioni in tutto il mondo, è stato già considerato la causa di un’ondata di crimini, violazioni stradali e lamentele in numerose città del mondo. A Sidney la polizia, come riporta un articolo di ‘The Guardian’, ha espresso grande preoccupazione per la mania mondiale di catturare creature immaginarie nel mondo reale, dopo che un diciassettenne è stato beccato mentre guidava su un attraversamento pedonale pieno di persone, cercando di catturare un Pokémon nel suo strano mondo tra realtà e finzione.
La stessa app in mano a persone diverse in parti differenti del mondo sta provocando effetti molto simili. È in atto una sorta di nuova globalizzazione, quella delle pulsioni umane: tutti con lo stesso desiderio e curiosità di catturare Pokémon, arrivare con il proprio cellulare dove la realtà non arriva e conquistare territori con divertenti amici colorati che ci fanno compagnia. Vivere in città o nel piccolo villaggio con uno smarthphone è la stessa cosa: davanti c’è sempre un Pokémon. Eppure il caso della Bosnia, dove di mine si può morire ancora, dimostra che la realtà è più forte della finzione, anche se non sappiamo quale delle due condizioni di più l’altra.