Bruxelles – No alle botteghe improvvisate e ai piccoli ristoranti nati nella Giugla di Calais, perché esercitano senza autorizzazione ed alimentano l’economia sotterranea. Arriva un ennesimo colpo a chi tenta di rialzarsi, provando a restaurare, anche in una tendopoli senza futuro, un minimo di normalità, creandosi un’occupazione, dando vita ad un piccolo commercio. Oggi 150 poliziotti hanno fatto irruzione tra le baracche dei migranti ammassati all’imbocco del tunnel sotto la Manica, non, come molti temevano, per smantellare il campo, ma per controllare e chiudere i negozietti a cui i profughi hanno dato vita in questi mesi: ristoranti, botteghe di alimentari, barbieri.
Nella strada principale della baraccopoli, una ventina di commerci sono stati interamente vuotati e gli agenti sono ripartiti con le camionette piene di bevande, frutta, verdura e altri prodotti sequestrati. Motivo: nessuno dei negozi esiste ufficialmente, non ci sono autorizzazioni e non vengono emesse fatture. Secondo quanto riportano i media locali, una decina di migranti sono stati portati via in manette.
L’accampamento, giustifica l’operazione il prefetto di Nord-Pas-de-Calais, Fabienne Buccio, “conosce una moltiplicazione” di questi negozi che però “si trovano sul terreno pubblico senza alcuna autorizzazione e in condizioni sanitarie e di sicurezza che non rispettano in alcun modo gli obblighi normativi”. Insomma, le botteghe nate spontaneamente tra i migranti “generano dei problemi di ordine pubblico e mantengono un’economia sotterranea”. Secondo la prefettura alcuni dei negozianti sono anche legati ai trafficanti.
Secondo l’Auberge des Migrants, Ong attiva nel campo, l’operazione di oggi, con il “pretesto” di combattere il commercio illegale e l’assenza di misure sanitarie adeguate, punta però soprattutto a “intimidire e scoraggiare i rifugiati e i volontari”. La polizia, secondo l’associazione vuole “scoraggiare i rifugiati dal rimanere a Calais, impedirgli di arrangiarsi da soli, uccidere la solidarietà e la condivisione che è esistita tra i rifugiati e i volontari per molti mesi”. La polizia, riporta l’Auberge des Migrants, “sta arrestando un proprietario da ogni negozio e sta confiscando tutto quello che è parte dei loro business: pentole e padelle, stufe a gas, viveri, forbici e rasoi”. Di fronte a questo, però, bisogna soprattutto “evitare il panico” perché “non è né la prima volta né l’ultima che la polizia fa una cosa del genere”.