Bruxelles – “Abbiamo bisogno di una Europa più forte”. Così si apre il Rapporto sulla strategia globale dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, redatto su impulso dell’Alta rappresentante Federica Mogherini.
Gli ultimi tempi hanno messo sulla strada dell’Union europea minacce di non facile risoluzione, che attentano alla pace, alla prosperità e alla democrazia ottenute grazie al progetto europeo. Tra queste il terrorismo, le tensioni nella sicurezza, i cambiamenti climatici e l’incremento demografico. Ma come riferisce il rapporto, “questi sono anche tempi di straordinarie opportunità”, grazie alla crescita globale, alla mobilità e al progresso tecnologico. L’Alta rappresentante ha quindi delineato un documento in cui evidenzia i percorsi che l’Unione deve seguire per una strategia globale che assicuri un suo effettivo rafforzamento.
Per raggiungere questo scopo, non si può ignorare la situazione al di fuori dei confini europei: “La nostra sicurezza a casa dipende dalla pace al di là delle nostre frontiere”. Allo stesso modo la prosperità dell’Unione non può prescindere dalla situazione economica nel resto del mondo e deve essere condivisa. Per perseguire questo obiettivo è fondamentale lavorare al rafforzamento della resilienza delle democrazie al di fuori dell’Unione europea, tramite un ordine globale basato sulle regole che abbia come principio chiave il multilateralismo e al suo centro le Nazioni Unite. “Solo il peso combinato di una vera unione ha il potenziale per portare a termine la sicurezza, la prosperità e la democrazia per i suoi cittadini e per fare una differenza positiva nel mondo”.
La strategia proposta prevede una azione globale volta ad affrontare le radici dei conflitti e della povertà, all’insegna della promozione dei diritti umani. In questo percorso l’Unione non può essere sola, ma deve condividere la responsabilità e aprire un dialogo con gli Stati, le autorità regionali e le organizzazioni internazionali.
Nel documento sono elencate le 5 priorità alla base dell’Azione esterna dell’Ue. Al primo posto la sicurezza dell’Unione: la Strategia globale europea deve partire dall’interno dei suoi confini, dedicando attenzione anche al consolidamento degli sforzi nel campo della difesa, del cyber terrorismo, dell’energia e della comunicazione strategica. Per questo scopo, una sempre maggiore collaborazione deve essere ricercata, a partire dalla Nato. Al secondo punto, la resilienza degli Stati e delle società dell’est, del Asia centrale e dell’Africa. Attenzione particolare dovrà essere riservata alla situazione della Turchia e dei Balcani, nel contesto di un eventuale allargamento dell’Unione. Come terzo elemento la strategia propone un approccio integrato ai conflitti, che si sviluppi tramite un uso coerente di tutte le politiche a disposizione dell’Unione e con un’azione diffusa a tutte le fasi del conflitto. Prevenzione, risposte responsabili e investimenti nella stabilizzazione devono essere alla base della strategia per un mondo più sicuro. Anche in questo caso “una pace sostenibile può essere raggiunta solo tramite accordi completi radicati in partnership regionali e internazionali aperte, profonde e durevole, che l’Ue promuove e supporta”. Il quarto posto è occupato dagli ordini regionali cooperativi, in un mondo stretto tra pressioni globali e resistenze locali. Forme volontarie di governo regionale offrono agli Stati e alle popolazioni l’opportunità di gestire meglio le preoccupazioni relative alla sicurezza, di raccogliere i profitti legati alla globalizzazione e di esprimere più pienamente culture ed identità. Infine l’ultimo punto è riservato alla governance globale per il XXI secolo. L’Unione europea è impegnata in un ordine globale basato sulle leggi internazionali, che assicurano i diritti umani, lo sviluppo sostenibile ed un durevole accesso ai beni comuni globali. Questo impegno rappresenta l’aspirazione di trasformare, oltre che semplicemente preservare, il sistema esistente. Per implementare questi punti, la strategia globale per l’Ue propone di mobilitare tutto il peso economico dell’Unione e tutti gli strumenti a disposizione secondo una logica coerente. “Per raggiungere i nostri scopi, noi dobbiamo investire collettivamente in una credibile, reattiva e integrata Unione”.
In questo contesto non si può negare la necessità di una maggiore cooperazione difensiva, nonostante la sovranità in queste decisione rimanga nelle mani degli Stati membri. Inoltre le potenzialità del Trattato di Lisbona devono essere sfruttate completamente per volgere verso forme più strutturate di cooperazione.