Bruxelles – Confiscare i beni dei richiedenti asilo al loro arrivo in Germania come contributo al loro mantenimento. I due Land tedeschi Bavaria e Baden-Wurttemberg hanno deciso di seguire l’esempio della Danimarca e per far fronte alle conseguenze economiche che il grande afflusso di rifugiati sta provocando nel Paese, sequestreranno ai migranti sia contanti che ogni tipo di bene economicamente rilevante (compresi gioielli e altri oggetti che hanno valore affettivo). Insomma sembra sia in atto un vero e proprio effetto domino, visto che oltre alla Danimarca anche la Svizzera ha adottato misure analoghe.
Parlando di cifre, le misure introdotte prevedono che in Bavaria i rifugiati possano tenere con sé beni per un valore complessivo non superiore ai 750 euro a persona, secondo quanto riportato dal Times. Più dura la Regione di Baden-Wurttemberg, dove le regole prevedono che le autorità debbano confiscare tutto quello che ecceda la modesta cifra di 350 euro. La decisione, nonostante sia stata paragonata da più parti ai sequestri ai danni di ebrei e minoranze ai tempi del nazismo, ha suscitato ben poco dibattito a Berlino. Anche perché, confiscando i beni dei rifugiati, i Land non fanno altro che agire in linea con le leggi federali.
Aydan Özoguz, il commissario del governo federale per l’Integrazione, ha dichiarato che se un rifugiato chiede asilo in Germania “deve usare il proprio reddito e la propria ricchezza prima di ricevere un aiuto”. Tale ricchezza, “può includere, ad esempio, i gioielli di famiglia”. “Anche se alcuni pregiudizi persistono” ha concluso Özoguz – “il richiedente asilo non ha un trattamento diverso rispetto a chi riceve l’indennità di disoccupazione”. Niente di strano insomma secondo il commissario. La proposta è stata appoggiata persino dal partito di opposizione con Volker Beck dei Verdi che ha dichiarato che “i richiedenti asilo devono ripagare i costi del mantenimento e delle cure allo Stato”.
Le uniche voci di protesta sono giunte dal Partito della Sinistra tedesco (Die Linke), dove la parlamentare marxista Ulla Jelpke ha commentato dicendo che “coloro che richiedono un diritto di asilo non fanno altro che esercitare un diritto previsto dalla Costituzione tedesca” e che in “nessun caso, anche in caso di rigetto, devono essere legati a costi”. Anche Amnesty International è intervenuta sulla questione. Steve Symonds, direttore del programma sui diritti di rifugiati e migranti nel Regno Unito ha spiegato che “confiscando quel poco che la gente in fuga dalle persecuzioni ha conservato è una risposta crudele e ingiustificato per la loro situazione”.