Bruxelles – Il palazzo che ospita il Parlamento europeo a Bruxelles ha compiuto da poco i venti anni, dunque è vecchio e va buttato giù. Non è uno scherzo, è la proposta messa nero su bianco dal segretario generale dell’istituzione europea Klaus Welle, che però sembra non piacere al presidente Martin Schulz, il quale sta chiedendo approfondimenti e chiarimenti tecnici.
La Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, o anche la House of Commons, che di anni ne hanno almeno 150 sono allora probabilmente da abbattere e rifare, come anche le case del 90 per cento dei cittadini europei, perché certamente hanno ben più di vent’anni.
Senza farsi sfiorare dal senso del ridicolo, o nascondendo invece una realtà molto più drammatica, e cioè che probabilmente l’edificio Paul-Henry Spaak è stato costruito con materiali scadenti, il tranquillo Welle propone dunque di buttare al vento il miliardo di euro che la costruzione è costata solo nel 1993 per rifarla da capo. E’ vero che, negli ultimi anni, molte magagne sono uscite, e anche piuttosto gravi, come il crollo di un solaio dell’Aula nel 2012, che impose lavori di ristrutturazione che durarono circa un anno. La stessa cosa avvenne nel palazzo di Strasburgo qualche tempo prima. Dunque Welle nella sua relazione ai vicepresidenti scrive che “nel 2019 la durata di vita dell’edificio Spaak volge al termine. Gli studi tecnici condotti durante la scorsa legislatura hanno dimostrato che un edificio di questo tipo, costruito con i materiali disponibili e nel rispetto dei vincoli che si applicavano al momento, ha una vita utile media di 20 anni, dopo di che è necessaria una profonda ristrutturazione se si vuole che l’edificio continui a soddisfare le esigenze tecniche, economiche e politiche”. Welle aggiunge altri dettagli, sempre più preoccupanti circa la qualità dei passati lavori: “Il Parlamento in questo periodo – dice – è costretto ad affrontare, ogni giorno, problemi legati allo stato di generale degrado della costruzione ai suoi difetti di costruzione (ad esempio la struttura del soffitto in legno dell’Aula, perdite d’acqua, rotture degli impianti di riscaldamento”. Un quadro che ricorda molto da vicino le descrizioni delle costruzioni erette dai “palazzinari” ben noti in Italia.
Nel suo documento Welle, preoccupato delle condizioni di lavoro dei 750 deputati e delle migliaia di assistenti e funzionari, tra i quali c’è anche lui medesimo, spiega che il suo obiettivo è quello di fornire agli eurodeputati “condizioni di lavoro ottimali” in “moderni edifici che offrono un alto livello di prestazioni energetiche e di garantire la loro sicurezza, comfort e benessere”. A guardare e praticare la sede attuale non sembra che le condizioni di “sicurezza comfort e benessere” siano sacrificate, anzi, il palazzo sembra in ottime condizioni. Dice al Daily Mail Ashley Fox, leader del gruppo dei Tory, i conservatori britannici di David Cameron: “All’osservatore casuale non c’è nulla che sembri non andare nel palazzo, dunque spero che i funzionari non vogliano spendere dei soldi solo perché possono farlo”. Secondo quanto riporta il sito POLITICO.COM il presidente Schulz è molto dubbioso su questi lavori (che, comunque, ancora non sono stati approvati) e ha rimandato i piani indietro a Welle chiedendo che li dettagli meglio. “Schulz non vuole un nuovo edificio – ha detto un funzionario – Ma come possiamo fermarlo? Possiamo chiedere un progetto più concreto”.