Bruxelles – Anche la Germania ha detto “sì”. Pochi minuti dopo mezzogiorno il Bundestag ha approvato ad ampia maggioranza il terzo piano di salvataggio della Grecia da 86 miliardi di euro. I voti favorevoli sono stati 454, 113 i contrari e 18 gli astenuti. La temuta spaccatura nella coalizione di governo di Angela Merkel, quindi, non c’è stata, visto che i deputati che hanno votato “no”sono stati perfino meno dei 119 che il mese scorso si erano opposti al riavvio dei negoziati con Atene. Fra i dissidenti di oggi, i membri della CDU-CSU di Merkel sono stati 63, gli astenuti 3 e gli assenti 17, numeri praticamente identici al mese di luglio, quando i contrari al terzo piano di aiuti erano stati 60 e gli astenuti 5.
A convincere i parlamentari più scettici è stato il ministro dell’Economia, Wolfgang Schaeuble, che prima del voto li ha rassicurati dicendo che un taglio netto del debito greco è fuori discussione. L’unica possibilità prevista è un eventuale allungamento delle scadenze. “A ottobre, alla luce dei pagamenti attuali, si potranno trarre dei giudizi – ha dichiarato il ministro – sono sicuro che potremo osservare un miglioramento della situazione e, se sarà necessario, ci sarà un alleggerimento del debito attraverso un allungamento delle scadenze”. Sulla partecipazione del Fondo monetario internazionale al piano di aiuti, altra fonte di preoccupazione per i falchi tedeschi, Schaeuble ha ribadito che “per il governo è imprescindibile che l’Fmi resti al tavolo con i suoi esperti” e che la partecipazione del Fondo è “irrinunciabile anche sul piano finanziario”.
“La decisione sulla Grecia non è facile, ed è stata giustamente molto discussa” ha aggiunto il ministro, sottolineando che “sarebbe irresponsabile non usare l’opportunità di un nuovo inizio” per la Grecia, considerato anche che il cambiamento avvenuto nelle ultime settimane “è evidente, tangibile, qualcuno ha detto che sembra un altro mondo”. “Naturalmente non c’è garanzia che tutto funzionerà – ha spiegato Schaeuble – ma gran parte della misure più importanti, questa è la novità, sono già state approvate dal Parlamento greco”. Il severo ministro delle Finanze ha anche ricordato al Bundestag che Alexis Tsipras aveva promesso ai suoi elettori che si sarebbero potuti evitare sacrifici e riforme, che sono invece “inevitabili”. Adesso Tsipras “deve fare il contrario di quello che aveva promesso”, ha affermato in un altro passaggio del suo intervento.
Il via libera della Germania va così ad aggiungersi a quelli arrivati negli ultimi giorni da Estonia, Lituania, Lettonia, Spagna e Austria. Ora l’ultimo scoglio da superare per l’attuazione del piano di salvataggio è il voto del Parlamento olandese, il cui esito arriverà nel pomeriggio di oggi. La battaglia politica sarà dura, anche se il risultato non dovrebbe presentare sorprese. Nelle scorse settimane il premier Mark Rutte aveva assicurato che il suo Paese non avrebbe approvato un piano di salvataggio al quale non partecipa l’Fmi, mentre ora ha chiesto ai deputati di votare “sì” al bailout.