Bruxelles – “Per me, lo scenario più probabile è una Grexit frutto di una insurrezione”. Lo scrive l’editorialista del Financial Times Wolfgang Münchau in un commento pubblicato oggi dal quotidiano britannico. Secondo il giornalista il primo ministro greco Alexis Tsipras ha “capitolato” e accettato un accordo di salvataggio “veramente pessimo”. Un accordo che non permetterà alla Grecia di rialzarsi, dunque la fine sarà inevitabilmente un’uscita dalla zona euro. Münchau indica tre modi principali in cui questo potrà accadere.
Siccome la settimana scorsa è in sostanza stato concordato soltanto d’iniziare i negoziati, sulla base di un accordo generale, secondo Münchau la prima possibilità è non arrivare a un accordo finale. Questo può accadere a causa dello scetticismo dei partecipanti, come il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, l’abbandono del tavolo da parte di Tsipras, o il fatto che il Fondo Monetario Internazionale ha già annunciato che non firmerà senza la ristrutturazione del debito.
Tuttavia, il giornalista vede un accordo in arrivo, ma con “travolgenti danni collaterali: una non sufficiente riduzione del debito e più austerità di quanto la Grecia possa sostenere”. Con questo esito l’accordo “sarà accettato e poi fallirà” perché “tranne il caso in cui l’economia si comporta in un modo effettivamente diverso del passato, sarà intrappolata in un circolo vizioso” che si terminerà in un Grexit.
Münchau ritiene che i greci abbiano scelto di votare Syriza (tra poche alternative) perché è il partito che credono possa lavorare nel modo migliore per l’economia. E qui si apre lo scenario che lui ritiene “più probabile”. “Se Syriza non riuscirà a realizzare i programmi (come non sono riusciti i partiti precedentemente al potere) e non riuscirà di certo, i greci non avranno altre scelte democratiche da fare” e questo, secondo Münchau, entro tre anni porterà i greci in piazza. Anche le elezioni anticipate che potrebbero svolgersi in autunno non serviranno ad invertire questo percorso verso il baratro: secondo il giornalista Tsipras guiderà una compagna piena di “retorica contro i creditori” che però porterà dopo il voto “all’accettazione di ciò che i creditori chiedono, seguendo il programma fino al suo climax drammatico”: la rivolta popolare.