Bruxelles – Il caso di Andrea Giuliano, l’italiano in Ungheria privato dei suoi diritti civili e di libertà personale, ha provocato lo sconcerto anche tra parlamentari europei, un caso che, dicono, “l’Unione Europea non può lasciar correre”.
Andrea é il ragazzo gay perseguitato e minacciato di morte in Ungheria da un gruppo di estrema destra che raccoglie il consenso di un terzo della popolazione ungherese. Questo, come afferma il parlamentare S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) Daniele Viotti, “é assurdo che accada in Europa”.
“Andrea non é solo un cittadino italiano minacciato di morte per aver esercitato la sua libertà di espressione. Non è solo un cittadino che si impegna quotidianamente per una società più giusta e uguale. Ma è anche un cittadino dell’Unione Europea” scrive Viotti in una lettera inviata al presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, e al primo vice presidente della Commissione Europea Frans Timmermans.
La lettera, sottoscritta dalla totalità della delegazione socialista italiana e da tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle e della lista Tsipras, continua difendendo il ragazzo che “ha creduto e continua a credere nel sogno di un’Europa dei popoli, un’Europa culla di civiltà, di tolleranza e di progresso”.
Anche l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao ha commentato lo “scandalo” della vicenda di Andrea. “Con il primo ministro Viktor Orban al governo – afferma Corrao – l’Ungheria sta vivendo una fase regressiva ed autocratica. Si è iniziato con le repressioni alla libertà di stampa, a limitare l’autonomia delle organizzazioni non governative e le indiscriminazioni, ora siamo passati ad annunciare la reintroduzione della pena di morte. In questo clima, quello che succede è che un giovane italiano, mio coetaneo, Andrea Giuliano, viene minacciato di morte perché gay ed addirittura gli si mette una taglia da 10 mila dollari, da parte di un ex parlamentare facente capo all’estrema destra ungherese”.
Qui sotto la lettera di Viotti inviata a Juncker, Tusk e Timmermans.
Al presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker,
al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk,
al primo vice-presidente della Commissione Europea Frans Timmermans,
la recente, scandalosa, privazione di diritti civili e libertà personale incorsa in Ungheria ai danni del cittadino e attivista per i diritti LGBTQI Andrea Giuliano non può essere ignorata dalla Comunità Europea tutta. Questo perché Andrea non è solo un cittadino italiano minacciato di morte per aver esercitato – con pieno diritto e responsabilità – la sua libertà di espressione. Questo perché Andrea non è solo un cittadino che si impegna quotidianamente per una società più giusta e uguale. Ma anche perché Andrea è un cittadino dell’Unione Europea. Un ragazzo di 30 anni che ha creduto e continua a credere nel sogno di un’Europa dei popoli, un’Europa culla di civilità, di tolleranza e di progresso.
Ed è per tutti gli Andrea di Europa (e del mondo tutto) che non possiamo restare in silenzio. Sia come Commissione, sia come Consiglio, sia come Parlamento. Non possiamo restare non solo alla luce dei recenti rapporti sui diritti umani che abbiamo approvato (in cui si punta a un’Europa portatrice di tolleranza e civiltà verso quei paesi dove si riscontrano gravi ingerenze atte a limitare le libertà personali), ma soprattutto per non venire meno alla vocazione, alla base, al fondamento su cui si basa il progetto dell’Unione Europea. Che appunto si basa su valori di tolleranza, apertura, uguaglianza e progresso della società tutta. Un’Europa dei popoli. Un’Europa che non può tollerare che un suo stato membro permetta che formazioni liberticide mettano una taglia sulla testa di un ragazzo che ha avuto la sola colpa di esprimere la sua idea, di lottare per i diritti di tutti.
Certo che la nostra vota potrà farsi sentire nelle sedi appropriate,
Daniele Viotti