Bruxelles – La Commissione europea richiama la Grecia dopo la nuova annunciata primavera nelle relazioni russo-greche, sbocciata con la visita di Alexis Tsipras ieri al Cremlino. Ufficialmente nulla da ridire sull’incontro, che l’esecutivo Ue definisce come “un’opportunità per discutere le relazioni bilaterali tra i due Paesi”. Constatazione accompagnata però da un messaggio chiaro: “Abbiamo sempre considerato la Grecia parte della famiglia europea e ci aspettiamo che mantenga l’unità dell’Europa”, ricorda il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas. Solo l’unità, aggiunge, “rende più forte la squadra Europa”.
Insomma, tutti liberi, come ha più volte voluto ribadire lo stesso Tsipras, di sviluppare la propria politica estera e le relazioni economiche più vantaggiose, ma occhio a non venire meno agli impegni. Specialmente nel settore energetico. A alzare la guardia a Bruxelles sono in particolare gli impegni presi da Atene sul progetto del Turkish Stream, il nuovo gasdotto che Mosca ha annunciato dopo avere posto fine al progetto del South Stream e che dovrebbe portare gas in Europa attraverso la Turchia e bypassando l’Ucraina. Due Stati europei, Grecia e Ungheria, hanno sottoscritto, in questi giorni, una dichiarazione congiunta a supporto del progetto insieme a Serbia, Macedonia e Turchia e nel corso del viaggio del premier greco a Mosca, Putin ha anche ventilato la possibilità di un prestito ad Atene per finanziare la parte di infrastruttura che attraverserà il territorio ellenico.
Sull’eventuale finanziamento, per ora solo ipotizzato, Bruxelles per il momento non vuole commentare ma fa sapere che già i servizi della Commissione “stanno analizzando attentamente la situazione viste le informazioni ricevute” e in particolare che “ci si sta concentrando sulla fattibilità regolamentare, giuridica e tecnica” del progetto e sulle possibili conseguenze. “Ci aspettiamo – chiarisce la portavoce dell’esecutivo Ue per l’energia, Anna Kaisa Itkonen – che tutte le parti rispettino le regole europee, in particolare per gli appalti pubblici e l’accesso al mercato, e che gli obblighi derivanti dai contratti già in essere siano rispettati”.
Sarà oggetto di analisi da parte di Bruxelles, appena qualche informazione in più sarà disponibile, anche il metodo di joint venture nel settore agricolo che Putin e Tsipras hanno annunciato di volere mettere in atto per bypassare l’embargo russo sull’import di prodotti agricoli dai Paesi Ue senza fare eccezioni ad hoc per Atene. “Prendiamo nota di questa idea”, si limita per ora a commentare l’esecutivo che sottolinea anche come “il tema del bando sulla frutta debba essere guardato in prospettiva. Prima del bando – fa notare Schinas – il mercato russo contava solo per il 2% dell’export agroalimentare della Grecia e l’unica categoria per cui il Paese aveva un export significativo era la frutta”. Inoltre, continua il portavoce, “la Grecia, rispetto ad altri Paesi, ha avuto abbastanza successo nel trovare mercati alternativi soprattutto nell’Ue, ma anche in Paesi terzi e come risultato il valore dell’export greco è cresciuto di 30 milioni”. Come a dire, se Paesi che soffrono l’embargo molto più della Grecia stringono i denti, perché Atene dovrebbe trovare scappatoie?