Bruxelles – Il presidente russo Vladimir Putin ha avviato esercitazioni militari nell’Artico dispiegando la flotta del Nord, probabilmente in risposta a quelle messe in atto in questi giorni dalla Norvegia; inoltre, riferisce l’agenzia di stampa britannica Reuters, più di quarantacinquemila soldati assieme ad aerei e sottomarini hanno iniziato addestramenti in gran parte del Paese. Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha affermato che “nuove sfide e minacce alla sicurezza militare esigono che le forze armate incrementino il loro potenziale”, sottolineando come “particolare attenzione debba essere rivolta alle formazioni strategiche appena create nel nord”. Egli stesso ha affermato come Putin voglia investire ventuno trilioni di rubli (circa trecentoventi miliardi di euro) entro la fine di questo decennio per migliorare le forze armate russe.
La Norvegia nel frattempo sta proseguendo con le proprie esercitazioni all’interno del programma “Joint Viking”, le quali vedono coinvolti cinquemila soldati e quattrocento mezzi provenienti dai reparti di terra, dalla marina e dall’aviazione, e che si stanno svolgendo nel Finnmark, la contea all’estremo nordest della Norvegia nonché parte più settentrionale della penisola scandinava, al di sopra del circolo polare artico e al confine con la penisola russa di Kola. “Questa è un’esercitazione operativa che vede coinvolti tutti gli armamenti e tutti i reparti”, aveva detto il tenente colonnello Aleksander Jankov, portavoce dell’esercito norvegese, aggiungendo che “per dare un’idea dell’imponenza delle operazioni posso dire che mettendo in fila i veicoli otterremmo una colonna di sei chilometri”.
Così come la Russia anche la Norvegia ha impiegato, oltre alle truppe di terra, sottomarini e vascelli di superficie, e messo in stato di allerta gli aerei militari. Quelle del paese scandinavo sono le più grandi esercitazioni dal 1967, riporta il Barents Observer, osservatorio della regione artica e del mare di Barents, citando il giornale norvegese Nordlys; ma sono state a loro volta precedute la settimana prima da esercitazioni russe nella penisola di Kola, con aerei della base di Monchegorsk in addestramento per l’intercettazione di missili e caccia.
Tanto la Russia quanto la Norvegia hanno parte della costa che si affaccia sul mare di Barents e negli ultimi anni hanno anche svolto operazioni di addestramento congiunte all’interno di una sorta di quadro di cooperazione denominato programma Pomor; tuttavia dopo l’annessione della Crimea ogni collaborazione militare con la Russia è stata sospesa. In maggio tra l’altro, scrive ancora il Barents Observer, più di cento aerei da otto Paesi diversi prenderanno parte all’Arctic Challenge Exercise, una serie di esercitazioni che avranno luogo proprio in questa regione e che faranno base negli aeroporti di Luleå in Svezia, Rovaniemi in Finlandia e Bodø in Norvegia.
“Crediamo che i problemi debbano essere risolti con un dialogo equo e reciprocamente rispettoso”, aveva dichiarato il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov all’indomani dell’avvio delle esercitazioni norvegesi Joint Viking, sottolineando che la Russia avrebbe “reagito adeguatamente”. In ottobre il ministro Shoigu aveva detto che nel 2015 la Russia sarebbe stata pronta “ad incontrare ospiti indesiderati” in seguito alla realizzazione del sistema radar dell’Artico, riporta Russia Today, per il cui controllo il governo ha avviato la costruzione di numerosi impianti. Due basi del Nord inoltre sono in fase di ristrutturazione, nelle isole della Nuova Siberia e nell’arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe, al confine con il mare Glaciale Artico.