Il Partito comunista ucraino non farà più parte del Parlamento del Paese. Il Presidente Petro Poroshenko ha firmato un provvedimento approvato dalla Rada e voluto dal presidente ad interim dell’Assemblea, Oleksandr Turchynov, che dà a quest’ultimo il potere di sciogliere quei gruppi che, come quello comunista, hanno perso una parte dei loro membri nell’Assemblea. La colpa del partito, e del suo leader, Petro Symonenko è quella di essere sempre stato critico con le proteste pro Occidentali di Maidan prima, e con il modo in cui il Paese si era comportato nei confronti dei movimenti separatisti pro-russi dopo.
Lo scorso aprile Symonenko era stato fisicamente aggredito in Aula quando parlando delle azioni di protesta dei cittadini russofoni dell’Est del paese, lanciò un forte atto d’accusa contro il partito di estrema destra Svoboda. “Siete voi che per primi avete occupato i palazzi del governo quando c’era Janukovyč e siete voi che avete preso gli arsenali con le armi, le stesse armi che ancora brandite in tutto il Paese”, aveva detto prima di essere interrotto con la violenza. A maggio Symonenko aveva affermato che se fosse stato il capo dello Stato avrebbe “subito richiamare tutte le truppe” da est dell’Ucraina, e aveva definito le operazioni militari nelle regioni di Donetsk e Luhansk “guerra contro il popolo”.
Da allora sono iniziati i tentativi di smantellamento del partito accusato dalle altre forze del Parlamento di “attività anti-costituzionali”, di supportare i separatisti pro-russi, di spargere “propaganda russa” e persino di terrorismo. Il ministro della giustizia, Pavlo Petrenko, ha aperto un caso per la completa dissoluzione del partito davanti alla Corte amministrativa di Kiev. Symonenko si è difeso affermando che si tratta di accuse “prive di senso” che sono state “inventata per soddisfare le richieste di Turchynov”, e ha promesso una dura battaglia legale.
Solidale con il Partito comunista ucraino il gruppo della Sinistra unita al parlamento europeo che ha parlato di una “pericolosa tendenza nella politica del nuovo governo ucraino per sopprimere le voci critiche”. La Gue ha dichiarato in una nota che “tutti i partiti e le organizzazioni critiche verso il governo devono essere libere di lavorare senza restrizioni o intimidazioni”, e ha condannato “le minacce, gli attacchi, le intimidazioni e le distruzioni delle proprietà che il partito ha subito nei mesi scorsi”.